"Nemo propheta acceptus est in patria sua".
serie c
Palermo-Paganese, la nuova alba di Saraniti: un gol alla Juve Stabia ed allo scetticismo, Andrea cerca il bis al “Barbera”
Prestazioni convincenti ed un gol da tre punti: un nuovo inizio per l'attaccante palermitano
Nessun profeta è gradito nella sua patria, espressione eloquente che racconta quanto sia complesso, nonostante i successi ottenuti, i traguardi conquistai e l'acclarato valore, farsi apprezzare soprattutto dai tuoi conterranei con i quali condividi radici e parte del tuo vissuto .
Nello sport, nel calcio in particolare, è un tema ricorrente. Una legge non scritta che spesso il fato applica con rigore ed inflessibilità.
A Palermo in particolar modo. Da allenatori hanno sfatato il sortilegio Ignazio Arcoleo (con il “Palermo dei Picciotti”) e Rosario Pergolizzi, che, dopo la prestigiosa conquista dello scudetto con la formazione primavera nel 2009, lo scorso hanno ha guidato la cavalcatala rosanero della rinascita targata “Hera Hora”, dalla Serie D alla Serie C. Da calciatori, pagine estremamente significative sono state firmate sul rettangolo verde da Gaetano Vasari, Francesco Galeoto, Pietro Accardi, Giacomo e Giovanni Tedesco, Leandro Rinaudo, Esperienze lodevoli con la maglia rosanero cucita addosso anche per Beppe Accardi, Pietro Assennato, Beppe Compagno, Maurizio Ciaramitaro, Davide Campofranco, Massimiliano Pisciotta. Tanti i calciatori nati nel capoluogo siciliano che hanno avuto l'immensa gratificazione di vestire la maglia del Palermo, pochi quelli che sono riusciti ad ergersi a protagonisti assoluti. Nella rosa attuale del Palermo sono in 3 i palermitani “doc” che hanno scelto di provare a riportare in alto, partendo dall'inferno della Lega Pro, i colori rosanero: Andrea Accardi, Roberto Crivello ed Andrea Saraniti.
Per un attaccante, ruolo che fisiologicamente catalizza oneri ed onori della critica, è ancor più difficile dimostrare il proprio valore nella propria città, riuscendo a soddisfare attese e speranze dei propri concittadini che trepidano sugli spalti. Lo sa bene Andrea Saraniti, palermitano di Borgo Nuovo.
L’ex attaccante del Lecce quest’anno ha finalmente coronato il desiderio di poter giocare nella squadra di cui è tifoso fin da bambino.
Per contribuire alle sorti del Palermo, l’attaccante sogna di ripetere quanto già ha fatto nel Salento e con la casacca del Vicenza, ovvero vincere il campionato di Serie C. «Da sempre, andavo allo stadio a tifare Palermo negli anni della Serie C e della Serie B. Il mio posto era in gradinata, papà Fortunato non poteva seguirmi perché non vedeva e mi accompagnava un suo amico», in un’intervista rilasciata ai microfoni de Il Giornale di Sicilia.
Andrea avverte l'adrenalina e l'ebbrezza generate dall'indossare quella maglia che ama visceralmente. Tuttavia, il calciatore ne percepisce al contempo il peso figlio della storia e del blasone. Una maglia che ha planato in ben altre galassie calcistiche, vestita con profitto e fierezza in precedenza da stelle di prima grandezza del firmamento nazionale ed internazionale. Luca Toni, Carvalho De Oliveira Amauri, Edinson Cavani, Paulo Dybala o Andrea Belotti, solo per citarne alcuni. Nonostante prevenzione e scetticismo da parte di una buona fetta della tifoseria rosanero, Saraniti ha sempre mostrato equilibrio, sobrietà e serenità. Le performance balbettanti della squadra di Boscaglia in avvio di stagione non avevano certamente aiutato il ragazzo, il quale oggettivamente aveva contestualmente collezionato nel primo scorcio dell'annata prestazione tutt'altro che indimenticabili.
A complicare ulteriormente la situazione è stato l'imperversare del Covid-19 che ha pesantemente avversato il percorso della squadra rosanero.
Nessun gol per Saraniti ed un paio di occasioni propizie non concretizzate nelle prime uscite stagionali. L'’eco del mugugno dei tifosi che rimbomba sempre più incalzante. Tuttavia, Andrea Saraniti, insieme ai suoi compagni di squadra, ha iniziato a suonare “la carica”, sfoggiando prestazioni sempre più più intense e convincenti dal punto di vista individuale. Leader e trascinatore nell'epico derby contro Il Catania, Saraniti non riesce comunque ad apporre la sua firma sul tabellino dei marcatori contro la formazione etnea. Il numero nove di Boscaglia rompe il digiuno al "RomeoMenti" di Castellammare di Stabia: il cross di Kanoute è un regalo solo da scartare e l'attaccante palermitano lo capitalizza al massimo con una frustata di testa suk palo opposto che non lascia scampo a Tomei. La corsa sfrenata e liberatoria, culminata nell'abbraccio accorato a compagni e allenatore, la dice lunga sullo stato d'animo del ragazzo. Saraniti ha rotto il ghiaccio, così come il suo Palermo, scrollandosi di dosso buona parte delle inevitabili scorie psicologiche che inevitabilmente costituivano per lui una zavorra non indifferente. Al "Barbera" contro la Paganese, l'ex Lecce e Vicenza avrà l'opportunità di ripetersi e siglare il suo primo gol a tinte rosanero in quello stadio in cui da bambino trepidava per le sorti della sua amata squadra del cuore.
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