PALERMO_LATINA

Palermo-Latina 2-0: Floriano e Soleri, rigore e merito. Buona la prima per Filippi

Esordio convincente, condito da buone indicazioni e qualche rischio: il Palermo supera per due a zero il Latina ed inizia nel migliore dei modi la stagione nel campionato di Seriie C

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di Leandro Ficarra

Esordio condito da due gol, tre punti, criticità ed imperfezioni fisiologiche, una serie di interessanti indicazioni in prospettiva futura.

Il Palermo archivia la pratica Latina con merito e qualche rischio di troppo. Lasciando intravedere individualità di spessore, trame di gioco tangibili, un potenziale di rilievo per la categoria, unitamente ad ampi margini di miglioramento. Floriano e Soleri firmano il primo sorriso stagionale della compagine di Filippi, due esecuzioni impeccabili dagli undici metri per far felici i tifosi accorsi al "Renzo Barbera". Il battesimo in campionato dei rosanero è stato certamente più complesso, nelle sue dinamiche e nel relativo svolgimento, di quanto non riveli il perentorio punteggio finale.

Le defezioni che hanno falcidiato la retroguardia dei padroni di casa, out Accardi per problemi fisici, Buttaro e Marconi per squalifica, hanno sortito non pochi scompensi nella gestione della fase difensiva. Primi venti minuti non brillantissimi, con il Latina che ha provato ad infierire sugli imbarazzi rosa in sede di non possesso, insinuandosi con fin troppa facilità tra le linee della formazione siciliana. Carletti e Tessiore hanno spaventato Pelagotti in un paio di occasioni, complici meccanismi non proprio del tutto oleati nell'undici schierato in avvio dal tecnico Filippi.

L'ex vice di Boscaglia ha scelto di adattare Doda come centrale di sinistra, Lancini ha guidato una linea a tre inedita nella composizione, con comprensibili disagi in termini di distanze, sincronismi ed affiatamento. Il Palermo ha cercato di menare le danze fin da subito, faticando in avvio a conferire linearità, fluidità ed incisività alla sua manovra, trovando ampiezza con Giron e Almici ma non altrettanta profondità.

Nonostante la solita prova maiuscola ed illuminata in zona nevralgica di capitanDe Rose, la squadra rosanero non è riuscita nel primo quarto di gara ad innescare a dovere i due tequartisti tra le linee, Floriano e Dall'Oglio. L'incessante movimento di Brunori, volto a squarciare la retroguardia pontina, non è stato inizialmente premiato. Un bel mancino in diagonale a fil di palo, scagliato dall'ottimo Giron, unico sussulto dalle parti di Alonzi nella prima mezz'ora.

Quindi è stato proprio Brunori, terminale di manovra gagliardo e vorace nell'attaccare alle spalle la linea difensiva avversaria, a propiziare svarione ed espulsione di Marcucci, guadagnandosi il rigore che ha cambiato inerzia e indirizzo alla sfida.  In vantaggio di un gol e di un uomo, il Palermo è andato negli spogliatoi rinfrancato, riordinado le idee e scrollandosi un cospicuo carico di tensione dalle gambe e dalla testa.

Il Palermo visto dopo l'intervallo è stato infatti ben altra cosa in termini di intensità, brillantezza e consistenza in fase propositiva. Forcing avvolgente e tamburreggiante nel primo scorcio di ripresa. De Rose e Luperini hanno implementato i giri del motore rosanero in mezzo al campo, conferendo verticalità e fisicità allo sviluppo della manovra, Dall'Oglio si è progressivamente acceso, trovando passo e tempi per attaccare gli interspazi di un Latina più lungo col trascorrere dei minuti. Brunori  ha dato profondità e peso specifico in avanti, sfiorando più volte un gol che avrebbe meritato.

L'ampiezza è stata garantita da un Giron estremamente performante e convincente in entrambe le fasi di gioco, poderoso e straripante in sede propulsiva, diligente e concreto in copertura. Almici è cresciuto alla distanza, andando anche vicino al gol con una rasoiata di destro proprio su assist dell'esterno francese dal versante opposto.

Eccellente, come già sottolineato, la performance di De Rose: l'ex Reggina ha in dote leadership e carisma trascinanti.  Polo catalizzatore della manovra capace di cambiare passo, conferire fosforo e geometria in sede di costriuzione del gioco, distribuire con ordine, cambiare fronte all'occorrenza, imbucare in verticale tra le maglie della densità avversaria. Centrocampista arguto, ma al contempo vigoroso e dinamico, feroce in pressing sulla sfera ed abile anche a scherrmare le direttrici di passaggio in fase di non possesso.

Buona la prima anche per Jacopo Dall'Oglio. Sagacia tattica, duttilità e gamba per un tuttocampista il cui valore complessivo sembra marcatamente al di sopra degli standard medi della categoria. Vis agonistica, strappo e tempi di inserimento, Dall'Oglio si insinua tra le linee, lavora da mezzala, scherma e sradica palloni in modalità mediano. L'assetto tattico del Palermo varia freneticamente live in corso di match in subordine a moto perpetuo e raggio d'azione dell'ex Brescia e Catania.

Difficile spiegare la genesi di errori clamorosi come quello compiuto da Peretti, in linea con le ingenuità in fotocopia di Marong nelle precedenti uscite: retropassaggio incauto sotto il profilo didattico e mal dosato sul piano tecnico che ha messo Jefferson nelle condizioni di firmare il pari a  due passi da Pelagotti. Il brasiliano ha aperto troppo il piatto destro, scheggiando il palo, ma l'episodio avrebbe potuto cambiare storia e risultato del match. Svarione preludio di un paio di minuti di bambola collettiva, bravo Pelagotti a sventare un'altra occasionissima firmata Sane pochi secondi dopo.

Passata la paura, con il Latina, proteso in avanti e provato dalla fatica, che non riusciva più a mantenere coesione e distanze tra i reparti in inferiorità numerica, il Palermo ha finito in crescendo, legittimando il successo.

Fella, entrato in luogo di un Floriano non ispiratissimo, gol  a parte, ha mostrato sensibili progressi in termini di reattività e brillantezza atletica.

Brunori, rilevato da Soleri, ha ricevuto una standing ovation calorosa e sentita dai presenti al "Barbera". L'attaccante italobrasiliano ha dato un pregiato saggio del suo repertorio: buona tecnica di base, esplosività sul breve, predisposizione a legare la manovra offensiva, ferocia nel divorare la profondità alle spalle della linea difensiva avversaria. Terminale di manovra dinamico ed eclettico, viene incontro, taglia, va dentro: l'ex Juventus Under 23 offre varie soluzioni al portatore di palla,  risultando poco leggibile anche nei movimenti  per i diretti marcatori.  Giocando così, l'attaccante troverà presto la sua prima gioia in maglia rosanero, solo sfiorata contro il Latina.

Convincente anche l'impatto di Edoardo Soleri, centravanti boa dalla mole imponente e interprete decisamente più fisico del ruolo. Sportellate, sponde, diverse palle coperte con ardore e profitto, utili ad alzare il baricentro della squadra. Il classe 1997 ha dialogato bene con Fella, garantendo peso specifico e riferimento al reparto offensivo, sfoderato un'accelerazione interessante in progressione che meritava miglior sorte. Il premio per lui è giunto allo scadere del recupero: il talento scuola Roma si è procurato un rigore che ha realizzato con precisione e freddezza chiudendo il match. Solo scampoli di match nel finale per Odjer e Marong, subentrati in luogo di Dall'Oglio e Almici.

La sensazione che lascia in dote questa prima uscita è di un Palermo agonisticamente e mentalmente motivato, voglioso di stupire e immerso compiutamente nel percorso tattico intrapreso. Gruppo compatto e coeso, squadra discretamente assemblata con qualche lacuna evidente in fase difensiva, notevole spessore complessivo in zona nevralgica, qualità, varietà di soluzioni nel reparto avanzato. Il roster a disposizione di Filippi, dalla trequarti in su, è ricco di calciatori potenzialmente sinergici e complementari per attitudini e caratteristiche. Valore aggiunto non da poco per l'allenatore originario di Partinico,

Le assenze pesanti di Accardi, Buttaro e Marconi hanno certamente inciso sui disagi emersi in seno alla retroguardia nella sfida contro la compagine laziale. Tuttavia, è innegabile che un ulteriore innesto di acclarato valore e riconosciuta esperienza in categoria nel reparto legittimerebbe le ambizioni di vertice palesate dal club alla vigilia della stagione.