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Giuseppe Iachini, ex allenatore del Palermo, è intervenuto durante l'evento che celebra il 125esimo anniversario del club rosanero al Teatro Biondo:
Giocatore, allenatore, goleador. Vorrei dire che hai fatto quel gol di testa, l’abbiamo visto nei filmati d’epoca. Ricordi Milano e la telefonata di Franco Zucca all’inizio dell’anno?
Sì, mi ha segnato di testa, ma anche di tempismo. Ho vissuto un lungo percorso da palermitano: ho giocato, sono diventato un idolo della folla e poi sono stato allenatore del Palermo, riportandolo in Serie A con record assoluti.
Vuoi raccontarci un aneddoto della tua storia a Palermo?
Sono felice di essere qui e volevo ricordare un episodio. Ho visto Giorgio Perinetti, e la mia storia a Palermo è particolare. Ero giocatore e capitano della Fiorentina in Serie A. Un giorno arrivò Giorgio in ritiro e mi disse che doveva venire da me per dare una mano al Palermo, allora in Serie B. Dall’amore che trasmetteva per la città e per la maglia, gli dissi subito: “Va bene, vengo”, anche se avevo ancora un anno di contratto.
Com’è stato il tuo arrivo da allenatore?
Arrivai sempre con Giorgio Perinetti come direttore sportivo, nel periodo del presidente Zamparini. La stagione era iniziata con difficoltà, la squadra era al tredicesimo posto, ma eravamo in corsa con pochissime risorse e un clima molto caldo. Abbiamo fatto una cavalcata insieme e chiuso con 86 punti, un bellissimo lavoro di squadra.
Che ricordo hai di quella squadra?
Ho avuto il piacere di rivedere quella squadra e la porto nel cuore. È stata una parentesi bellissima della mia carriera, perché non è usuale vivere Palermo sia da calciatore che da allenatore. Ricordo Paulino, giovane calciatore di 19 anni, e tanti altri ragazzi straordinari.
Meglio Palermo da calciatore o da allenatore?
Sono esperienze diverse. Da calciatore sono stato bene, c’era un gran gruppo. Da allenatore le responsabilità erano maggiori, ma ero talmente legato alla città che andavamo in campo con tutti i ragazzi cercando di trasmettere l’amore e l’affetto che Palermo mi ha sempre dato. È stata la mia più grande soddisfazione e la porterò sempre nel cuore.
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