Il Palermo sta dimostrando di saper vincere le partite in più modi, e il gol decisivo contro la Sampdoria ne è la fotografia perfetta. In pochi secondi, da una situazione potenzialmente pericolosa, i rosanero hanno costruito un’azione letale: recupero palla, verticalità immediata e massima qualità negli ultimi metri. Un contropiede fulmineo che ha spezzato l’equilibrio dopo una lunga fase di pressione blucerchiata.
Rassegna Stampa
Palermo, GDS: “Gol in contropiede? I rosanero specialisti”
L’azione simbolo è nata dal recupero di Luca Ranocchia, proseguita con l’intuizione di Joel Pohjanpalo, rifinita dalla corsa e dalla visione di Antonio Palumbo e chiusa dal dribbling e dal sangue freddo di Jérémy Le Douaron. Una sequenza che racconta bene la varietà di soluzioni offensive a disposizione della squadra di Filippo Inzaghi.
Quella rete rappresenta il quinto gol stagionale in contropiede del Palermo, una percentuale significativa sul totale delle marcature. In Serie B soltanto la Reggiana ha fatto altrettanto, dato che conferma come i rosanero siano diventati una delle squadre più pericolose nelle transizioni rapide.
I precedenti non mancano: contro il Südtirol fu ancora Palumbo a lanciare Pohjanpalo, mentre contro la Carrarese arrivarono tre reti nate da ripartenze veloci, con protagonisti lo stesso Palumbo, Jacopo Segre e Niccolò Pierozzi. La differenza, rispetto al gol segnato alla Sampdoria, è che quelle marcature erano giunte a risultato già indirizzato, mentre venerdì il contropiede ha rotto un equilibrio delicato.
Il gol dell’1-0 assume anche un valore tattico: una risposta a un avvio di stagione in cui il gioco del Palermo era apparso troppo dipendente dalle fasce e dalle palle inattive. L’azione centrale, costruita con pochi tocchi, ha mandato fuori tempo i centrocampisti avversari, esaltando la creatività di Palumbo e la freddezza di Le Douaron, fin lì poco incisivo in campo aperto ma decisivo nel saltare Abildgaard e superare Ghidotti.
Inzaghi sa di poter contare su una rosa ricca di giocatori rapidi e adatti alle transizioni: da Pietro Ceccaroni in difesa a Pierozzi e Diakité sulle corsie, passando per Segre, Vasic e Palumbo tra centrocampo e trequarti, fino alla profondità garantita da Le Douaron. A tutto questo si aggiungono la qualità nell’ultimo passaggio e la presenza di un finalizzatore come Pohjanpalo, elementi che rendono il Palermo sempre più completo.
I margini di crescita restano ampi, ma la strada intrapresa è chiara: limitare gli errori e continuare a sfruttare al massimo armi come il contropiede potrebbe fare la differenza nella corsa ai vertici della classifica.
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