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Palermo: furore e solidità, ok Dionisi modello export! Ora serve la chiave al Barbera

Palermo Calcio
Solidità, vis agonistica, compattezza e cinismo per sbancare il Druso con una prova essenziale e di carattere. Funziona il Palermo versione trasferta, ora servono soluzioni tecniche ed upgrade sul piano del gioco per cambiare marcia anche al Barbera
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di Leandro Ficarra

Tris calato sul tappeto verde del Druso per restare in scia con le proprie ambizioni. Pettina l'ego e lenisce il fastidio latente, con annesso imbarazzo, per il pokerissimo subito al Maradona. Preventivabile e fisiologico nella sostanza per manifesta inferiorità. Discutibile per modalità, dinamiche e proporzioni, calcisticamente poco edificanti, decisamente non conformi a tradizione e blasone del club nella storia della manifestazione. Dionisi ha fattivamente optato per il "passo" al tavolo della Coppa Italia. Sperimentalismi e scelte iniziali hanno tradito la voglia di non profondere risorse ed energie per giocarsi al meglio una mano comunque proibitiva. Priorità massima al campionato ed al match contro il SudTirol di Valente. Tappa, delicata e focale, nel processo di formazione tattica e mentale di una squadra che deve accelerare il passo per coltivare sogni di gloria. Missione compiuta all'insegna del tre periodico. Numero perfetto, espressione fedele delle vittorie consecutive in trasferta, così come dei gol rifilati a Poluzzi e dei punti conquistati al termine del match.

Palermo che ha rindossatoil suo vestito abituale. Riconoscendosi, come ama dire il tecnico, nei paradigmi del suo elastico  4-3-3.

Prova solida, gagliarda, intensa. Impreziosita da verve atletica e spessore agonistico conformi ad una squadra di rango. Compattezza, densità, furore. Compartecipazione e mutualità tra i reparti, unitamente a disciplina e dedita applicazione, in fase di non possesso. A fare la differenza, la perfetta e fruttuosa applicazione degli schemi su palla inattiva. Sicuramente tema rilevante e plus, inedito o quasi, che costituisce un fattore significativo in un campionato equilibrato e oggettivamente complesso. Baniya ha aperto le danze,incornando perfettamente la parabola tesa e arcuata di Ranocchia. Diakitè ha firmato il nuovo vantaggio lampo, svettando e spizzando l'ennesima traiettoria velenosa  disegnata dal numero dieci di Dionisi su punizione. In mezzo, la perla balistica dai venticinque metri di Casiraghi, altra esecuzione di pregevole lignaggio su calcio piazzato. Il pari raggiunto ad inizio ripresa da un Sudtirol organizzato, tosto e mai domo poteva ingarbugliare non poco la matassa per Gomes e compagni. Bravi a incassare e smaltire in fretta la sberla. Restando lucidi e solidi sul piano psicologico, resettando con solerzia il piano gara, implementando intensità e alzando nuovamente il baricentro. Fondamentale rimettere subito la testa avanti con Diakitè, che  ha gonfiato ancora la rete al Druso dopo la zampata preziosa in chiave playoff nell'ultimo turno della scorsa regular season.

Corto e compatto in una sorta di 4-1-4-1 in fase di non possesso, il Palermo si è calato con pragmatismo ed umiltà in una lotta senza quartiere. i rosa non hanno mai rischiato grosso, né concesso profondità a Tait e compagni. Un paio di mischie da corner, altrettante conclusioni dalla media distanza di Rover, il cui moto perpetuo tra le linee ha arrecato un moderato fastidio nella prima frazione.  Gomes sontuoso schermo a protezione della retroguardia, capace di captare e chiudere tutte le direttrici di passaggio, arpionare e sradicare palloni in serie in virtù di tempismo e ferocia nel tackle. Non sempre lucido e preciso in fase di cucitura e transizione il francese, che si conferma elemento prezioso ed imprescindibile, ago della bilancia strategico per gli equilibri collettivi di questa squadra. Molto attenti ed solidi sulle corsie Diakité e Lund, performanti in fase di copertura e coadiuvati dal lodevole supporto in ripiegamento di Le Douaron e Di Mariano. Perfetti Nikolaou e Baniya, implacabili in marcatura su Odogwu, essenziali nel pulire l'area, sincroni nell'applicazione dell'onda elastica difensiva con i compagni di reparto. L'ex Trabzonspor mostra esplosività e rapidità complementari alle attitudini del centrale greco, denotando personalità, carisma ed una buona linearità nella gestione del primo possesso. Oculati ed ormai canonici i cambi nell'ultimo scorcio di match, Insigne per Le Douaron, Di Francesco per Di Mariano, Brunori in luogo di Henry. Artiglieria pesante che fa posto al tridente ultraleggero, ideale per coniare ripartenze letali e mortifere in situazioni di vantaggio.  Mossa tempestiva e perfettamente idonea alle contingenze tattiche del momento, sulla falsa riga dei precedenti blitz esterni a Cremona e Castellammare di Stabia. Brunori ispira, Di Francesco rifinisce, Insigne chiosa in rete sulla palla vagante figlia del dribbling incompiuto dell'italobrasiliano. Tra le note liete, oltre al già citato Baniya, la performance volitiva e di buona qualità di Ranocchia. Due punizioni divenute assist vincenti, finalmente calciate con la qualità che il suo piede, morbido ed educato, ha in dote. Polo costante e dinamico in sede di costruzione della manovra, galleggiando tra  zona nevralgica e trequarti offensiva ha creato superiorità numerica ed impreziosito la tessitura delle trame rosanero. Emblematiche vis agonistica e  cattiveria con cui è andato a contrasto, vincendo molti duelli e conquistando diverse seconde palle. Mood proprio a tutti i compagni nella circostanza, con il Palermo in grado di tradurre sul manto erboso quel dirimente quid di voracità e determinazione invocato a più riprese da Dionisi. Ex Juventus rilevato nel finale da un Saric caparbio, dinamico e mentalmente sul pezzo. Encomiabile anche la prova di Di Mariano, stantuffo instancabile e generoso sul binario mancino, il jolly offensivo palermitano ha conquistato le punizioni da cui hanno avuto origine i gol di Baniya e Diakitè.  A fare da contraltare alcune criticità ad oggi irrisolte. Ok i due gol da palla inattiva, ma il Palermo anche ieri non ha mai calciato verso la porta di Poluzzi al culmine di un'azione manovrata. Henry ha fatto più fatica del solito, nel provare a pulire e coprire palle forzate e difficilmente giocabili. Rivedibili linearità e limpidezza in fase di uscita dal pressing alto avversario. Quando attacca una difesa schierata, il Palermo evidenzia ad oggi un deficit di fluidità, rapidità, estro e qualità in sede di impostazione e rifinitura. Si intravede lo sforzo di giocare di più tra le linee, cercando l'imbucata o la percussione in verticale in alternativa alla solita trama in ampiezza. Tuttavia, tempi e dosaggio di movimenti ed esecuzione della giocata risultano spesso approssimativi. Le Douaron deve ancora integrarsi negli schemi e nella complessità del nostro calcio. Il Palermo di Dionisimodello export, densità, intensità, transizioni e ripartenze a campo aperto, pare funzionare alla luce dei risultati. Tuttavia servirà adesso trovare temi, opzioni, soluzioni tattiche e tecniche utili a decriptare partite di matrice diversa. Far breccia e scompaginare dispositivi difensivi maggiormente arcigni e serrati, al fine di capitalizzare i turni interni. Compiendo un upgrade in termini di gioco, forma mentis e cifra tecnica al Barbera. Fortino in cui Ranocchia e socisono a chiamati a fare, indirizzare e possibilmente vincere le gare per conferire linfa e corpo al sogno promozione. 

 

 

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