serie c

Palermo-Avellino 1-1: Lancini illude i rosa, Tito firma il pari irpino dal dischetto

Match combattuto e spigoloso al "Renzo Barbera": Palermo avanti con Lancini che subisce il pari irpino nella ripresa con un calcio di rigore più che dubbio trasformato da Tito

Mediagol ⚽️

Palermo

Palermo ed Avellino si dividono la posta al culmine di un match intenso, vibrante e piuttosto spigoloso. 

Gara equilibrata con un Palermo che si è fatto preferire nella prima mezz'ora ed un Avellino solido e gagliardo, bravo a non smontarsi dopo lo svantaggio iniziale ed a trovare lucidità e carattere per reagire ed agguantare un pari sostanzialmente meritato.

Corta, alta e propositiva all'alba del match, la compagine di Filippi ha mostrato linearità, fluidità e brio in sede di costruzione in avvio: densa e dinamica in zona nevralgica con De Rose polo e schermo centrale, Luperini e Dall'Oglio eclettici intermedi, brillante e talentuosa in avanti, con Silipo, Brunori e Fella bravi a non dare riferimenti alla retroguardia irpina.

Il corner da cui ha origine la zuccata vincente di Lancini, nato dal pressing vorace e caparbio di Giron, pareva costituire una svolta potenzialmente decisiva della gara. Forte del vantaggio e dell'inerzia psicologica, il Palermo ha costruito un altro paio di situazioni potenzialmente interessanti, ma non ha avuto la forza ed il cinismo di piazzare la stoccata del raddoppio.

L'Avellino ha tenuto botta ed ha risposto colpo su colpo alla formazione di casa, la compagine di Braglia è cresciuta alla distanza e già nelle seconda metà della prima frazione aveva creato i presupposti per il pari.

Di Gaudio, ispirato ed elettrico, ha spesso creato la superiorità numerica squarciando in slalom la densità dei padroni di casa: un gran destro respinto da Pelagotti ed un'incornata sul palo interno firmate dall'ex Carpi prima dell'intervallo.

Filippi ha cercato di cambiare qualcosa ad inizio ripresa: De Rose è rimasto nello spogliatoio, Dall'Oglio ha scalato da schermo a protezione di una retroguardia sottoposta a forti sollecitazioni, l'ex Carrarese ha provato a scatenare la sua gamba nell'inedito ruolo di mezzala. Braglia ha risposto con Plescia e Matera in luogo di Gagliano e De Francesco. Neanche il tempo di settare la nuova disposizione che Plescia ha bucato in verticale una linea alta e presa di infilata prima di calciare debolmente a due passi da Pelagotti. 

Un intervento in ritardo di Doda su Kanoute, lanciato in percussione, è costato il secondo giallo all'esterno rosanero ed il Palermo è rimasto in inferiorità numerica per buona parte del secondo tempo. Il forcing irpino è fisiologicamente cresciuto di intensità e qualità e la formazione di Braglia ha creato occasioni in serie. Matera ha impegnato severamente Pelagotti su palla inattiva, Filippi ha richiamato Fella e Silipo per Odjer e Peretti, ridisegnando il Palermo con un 4-3-2 figlio delle contingenze. La squadra rosa ha mitigato la  sofferenza grazie ad uno spunto di Valente che ha sortito l'espulsione di Rizzo ripristinando la parità numerica. L'ingresso di Mignanelli e D'Angelo ha dato nuova linfa alla compagine biancoverde.

Soleri ha rilevato Brunori, quindi l'episodio molto discusso del calcio di rigore concesso alla squadra ospite. L'incertezza di Peretti che stecca il rinvio lascia la sfera in zona calda, Plescia che anticipa il difensore, l'arbitro che vede un contatto molto dubbio e decreta il penalty. Le immagini al rallenty faranno luce sull'errore evidente del direttore di gara: l'attaccante di Braglia si lascia cadere ma il difensore rosanero non pare nemmeno sfiorarlo.

Dal dischetto il pari firmato da Tito che chiude di fatto i giochi. Filippi ha gettato nella mischia anche Crivello in luogo di Dall'Oglio, il Palermo è piaciuto per orgoglio e gagliardia nel finale ma non è riuscito a trovare il guizzo per ritornare avanti. Un cross di Crivello su cui Luperini è stato anticipato di un'inezia sul secondo palo, un paio di progressioni prorompenti di Soleri. Situazioni potenzialmente interessanti, ma nessun altra nitida occasione da gol nell'ultimo scorcio di gara. Il triplice fischio sancisce un pari tutto sommato giusto, al termine di una gara maschia e intensa tra due squadre che hanno mostrato di avere le carte in regola per dire la loro nelle zone nobili della graduatoria.

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