serie b

Livorno-Palermo 2-2: caos, amnesie e poco altro. Pari amaro al “Picchi”

Mediagol2

PRIMO TEMPO - La prima di Delio Rossi sulla panchina del Palermo.

Ben otto anni dopo. L'universo rosanero si è totalmente ribaltato da quella serata dell'Olimpico vissuta perennemente sospesi tra sogno e realtà. Una Coppa Italia da conquistare e l'Inter in qualità di prestigioso e quotato avversario a inibire il lieto fine di quella che resterà, sempre e comunque, un'indelebile favola calcistica. Oggi è tutta un'altra storia. Il secondo mandato del tecnico romagnolo nel capoluogo siciliano riparte su basi e contesti distanti anni luce dai fasti della sua prima sortita.

C'è una promozione diretta in Serie A da conquistare, un passaggio di proprietà da definire e ratificare, un presente da salvare, un futuro ancora tutto da scrivere.

La prefazione va, se possibile, stilata sul terreno di gioco. Vincendo le ultime quattro gare e sorpassando il Lecce all'ultima curva. Livorno è la prima complessa tappa di un percorso che appare in salita. Itinerario impervio ma non impossibile da compiere, giungendo lesti al traguardo.

Il primo Palermo del Rossi-bis si schiera con un classico 4-3-1-2. Brignoli tra i pali, Bellusci-Rajkovic coppia di centrali difensivi, Rispoli ed Aleesami esterni bassi. Jajalo riprende maglia e leadership in zona nevralgica, coadiuvato da Murawski e Fiordilino. Falletti vince il ballottaggio con Trajkovski ed agisce da elastico tra le linee a supporto del tandem composto da Moreo e Nestorovski.

L'avvio del Palermo denota discreta personalità ma non altrettanta fluidità nello sviluppo delle trame di gioco.

Al ventesimo la prima conclusione del match la scocca il sinistro dardeggiante di Alino Diamanti: staffilata secca ma centrale che Brignoli doma senza patemi. Una buona combinazione sfocia nella verticalizzazione di Fiordilino per Falletti, il tocco di prima dell'uruguaiano cerca Nestorovski ma è Moreo, nel traffico, a tentare la battuta murato dalla difesa di casa.

Al minuto ventinove Aleesami punta l'uomo sull'esterno e calibra un buon cross su cui Nestorovski, di testa in tuffo, non arriva per un soffio. La prima clamorosa chance per sbloccare il match capita sulla testa di Gasbarro sfuggito alla distratta marcatura della retroguardia ospite: Rajkovic salva sulla linea a Brignoli battuto. Falletti fatica ad entrare con continuità nel vivo della manovra, quando si accende verticalizza bene per Moreo sul cui assist in mezzo Fiordilino non trova tempo e modo di controllare in corsa tra una selva di gambe amaranto.

L'episodio chiave della prima frazione si materializza al minuto quarantuno: l'entrata di Boben su Falletti viene reputata dal direttore di gara passibile dell'assegnazione del calcio di rigore in favore dei siciliani. Le vibranti proteste  dei toscani sortiscono soltanto l'espulsione dalla panchina di un infuriato Igor Protti.

Nestorovski trasforma il penalty e regala ai suoi un vantaggio di uno straordinario peso specifico in prossimità dell'intervallo.

SECONDO TEMPO - La ripresa si apre con un altro episodio molto discusso in area di rigore toscana. Falletti, ancora lui, si invola nella voragine aperta dalla retroguardia livornese su torre sapiente di Moreo: Agazzi lo tampona palesemente in chiusura disperata. Niente penalty questa volta. Dopo il Livorno nella prima frazione, questa volta è il Palermo a masticare amaro e ruminare proteste nei confronti del direttore di gara.

L'inerzia della ripresa è piuttosto soporifera: il Livorno ci prova con buona volontà pari alla pochezza dei contenuti tecnici prodotti in sede di proposta offensiva, il Palermo è in pieno controllo ma non trova lucidità, cinismo e qualità per concretizzare le innumerevoli, potenziali ,ripartenze a campo aperto. C'è più dinamismo sulle due panchine che non sul rettangolo verde: Eguelfi rileva Gasbarro tra i toscani, Puscas va dentro in luogo di Nestorovski.

La perla indigesta per la compagine di Delio Rossi la incastona il giocatore dal maggior tasso tecnico tra i ventidue in campo a dispetto della carta di identità: Alino Diamanti punisce dai trentacinque metri la passeggiata di Brignoli nel cuore dell'area di rigore rosanero. Prodezza balistica dell'ex di turno e gol del pari che gela le ambizioni della squadra ospite.

Neanche il tempo di inghiottire il boccone amaro, che Gori spaventa ancora una retroguardia siciliana adesso balbettante. Rossi sceglie Szyminski in luogo di Rispoli per blindare la corsia di destra in chiara sofferenza in fase di copertura.

Il Livorno si esalta, il Palermo si spegne. Diamanti e Luci guidano, sull'altare di carisma ed esperienza, una compagine oggettivamente modesta sul piano tecnico ad un finale stoico.

Da un articolato schema su corner imbastito dai due veterani nasce addirittura il gol del sorpasso dei padroni di casa: torre di Boben e zuccata vincente di Raicevic.

Delio Rossi getta nella mischia Trajkovski, fuori Fiordilino, e alimenta un disperato e caotico forcing finale. Proprio il macedone trova il tocco vincente sotto misura, allo scoccare del novantesimo, su un'azione-flipper tanto fortuita quanto vincente. All'alba dei sei minuti di recupero, Bellusci rimedia il rosso diretto per un'entrata da dietro che abbatte Raicevic lanciato in ripartenza. Extra time che si consuma sul filo dei nervi, con le due squadre a battagliare con fare gladiatorio ma prive di linearità e calcistico raziocinio, nel tentativo di spremere le ultime stille d'energia alla ricerca dell'acuto da tre punti. Auspicio lodevole ma vano, poiché il risultato non cambierà più. Un pari fondamentalmente dal sapore amaro su entrambi i fronti.