La rassegna
Corriere dello Sport: “Palermo, palle inattive l’arma letale di Inzaghi”
Più della metà dei gol messi a segno dal Palermo in questo avvio di stagione nascono da situazioni di palla ferma. Nessun rigore all’attivo, nessuna punizione diretta, ma una sorprendente varietà di schemi su calci d’angolo, punizioni laterali e perfino rimesse laterali, da cui sono già arrivati due gol — quello di Le Douaron contro il Bari e di Bani a Cesena.
Nell’ultima gara di La Spezia, la squadra di Inzaghi ha confermato questa tendenza con due reti nate da calcio piazzato: Pohjanpalo ha sbloccato il match sfruttando una spizzata di Le Douaron su palla battuta da Augello e Palumbo, mentre Pierozzi ha raddoppiato su azione da angolo con assist di Veroli.
Il dato è eloquente: 6 dei 10 gol complessivi (tra campionato e Coppa Italia) sono arrivati da palla ferma. Un risultato frutto di un lavoro meticoloso, studiato nei dettagli per sfruttare le caratteristiche del gruppo: difensori abili nel gioco aereo, un centravanti come Pohjanpalo micidiale in area e centrocampisti come Palumbo, Ranocchia, Blin e Augello capaci di disegnare traiettorie perfette.
Non è un caso: Pippo Inzaghi dedica grande attenzione a queste situazioni, proseguendo la filosofia che lo aveva già portato al successo con il Pisa, capace la scorsa stagione di realizzare ben 26 gol da palla ferma. Anche a Palermo, il tecnico lavora con precisione maniacale insieme al vice D’Angelo e al match analyst Simone Baggio, confermando un approccio pragmatico che punta all’efficacia più che all’estetica.
Intanto, la squadra è tornata ad allenarsi a Torretta senza Joronen e Pohjanpalo, ancora impegnati con la Finlandia. Tiene banco il caso Bani, fermato da un infortunio muscolare che potrebbe tenerlo fuori per due o tre partite, compreso il big match del 19 ottobre contro il Modena. Più incoraggianti, invece, le sensazioni su Ranocchia, vicino al rientro in gruppo.
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