Maurizio Ciaramitaro e il legame mai reciso con il Palermo.
serie c
Ciaramitaro-Mediagol: “Il Palermo deve mirare in alto, Mirri ha una grande responsabilità. Trapani? Ho la mia idea”
L'intervista dell'ex calciatore di Palermo e Trapani rilasciata in esclusiva alla redazione di Mediagol.it
L'ex centrocampista anche del club rosanero con il club di Viale del Fante, però, ha collezionato poche presenze in prima squadra.
Ciaramitaro ha ripercorso ai microfoni di Mediagol.it le tappe focali della propria carriera e ha individuato un crocevia decisivo.
Il suo passaggio dal Parma al Palermo ha probabilmente condizionato il prosieguo della sua carriera, ma l'amore per la propria città ha surclassato ogni tipo di ambizione professionale come confermato dallo stesso. L'ex Trapani ha analizzato il momento vissuto dal Palermo targato Hera Hora e l'incredibile situazione verificatesi in seno al club granata culminata nell'esclusione dal campionato di Serie C. Di seguito, le dichiarazioni del classe '82 rilasciate nel corso dell'intervista concessa alla redazione di Mediagol.it.
"L'errore più grosso della mia carriera è stato forse quello di essere andato via da Parma, probabilmente per il troppo amore che ho sempre provato per la mia città. Questa l'unica cosa che cambierei. Se fossi rimasto in Emilia magari le cose mi sarebbero andate bene e avrei giocato più anni in A, ma quando ti chiama Palermo non puoi rifiutare. In quella stagione in rosanero c'erano giocatori davvero importanti, ma non ho mai capito il perché è sempre stato difficile per un palermitano imporsi con questa maglia. Accettai lo scambio tra Parma e Palermo con Parravicini che si trasferì in gialloblu e io che approdai in rosanero, a ripensarci però non lo rifarei perché per un palermitano giocare a Palermo è complicato con la troppa pressione che si crea. Proprietà rosanero? Non conosco Dario Mirri ma so cosa ha fatto, è un palermitano come me e ha una responsabilità importante. Lui sa che il Palermo quando scende in campo lo fa per vincere, tutto è molto cambiato rispetto a quando i rosanero giocavano in A soprattutto dal punto di vista di entrate e uscite. Ci sono dirigenti di grande esperienza come Sagramola e Castagnini che conoscono bene il proprio lavoro e le ambizioni del Palermo e sanno che questo club deve cercare di tornare rapidamente dove merita. Credo che l'aspetto legato al campo sia differente da quello dirigenziale, ma proprietà e dirigenza sanno chiaramente quali sono gli obiettivi da centrare, Mirri dovrà sostenere il suo peso giornaliero. Il calcio è questo: se le cose vanno bene sei il numero uno, se non sei al top vieni subito criticato. Futuro? Quando ho smesso a Trapani, e vi assicuro non è mai facile decidere di appendere gli scarpini al chiodo, ho deciso di collaborare con il direttore sportivo. Adesso sto cercando di dare una mano a qualche ragazzino nello sviluppo del suo percorso calcistico ed è una cosa che a livello manageriale mi piace tanto, abbiamo fatto le ultime due operazioni con due ragazzi che sono andati al Milan e adesso sta a loro fare bene. Voglio fare capire ai più giovani cosa vuol dire essere professionisti e cosa voglia dire calcare palcoscenici importanti, devi avere la testa perché prima di scendere in campo devi avere anche i giusti valori. Trapani? Non so cosa sia accaduto, hanno perso una categoria come la Serie B per 70 mila euro, considerando che vi erano anche 4 o 5 giocatori che avevano mercato e avrebbero potuto di conseguenza rimpolpare le casse granata. La società è stata fatta fallire e non credo fosse in una situazione così terribile, il motivo scatenante è stato senza dubbio la cattiva gestione. Con Di Donato hanno avuto atteggiamenti surreali, questo non è calcio e purtroppo c'è ancora gente del genere che continua a essere presente nel mondo del pallone".
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