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INTERVISTA ESCLUSIVA

Ciaramitaro: “Guidolin e Ballardini top, quanti big nel mio Palermo. Perinetti…”

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L'intervista esclusiva rilasciata dall'ex calciatore di Palermo e Modena, Maurizio Ciaramitaro, alla redazione di Mediagol.it.
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Maurizio Ciaramitaro e il legame mai spezzato con il Palermo.

L'ex centrocampista palermitano nel corso della propria carriera non ha vestito la maglia rosanero per un periodo troppo lungo, dopo le giovanili con la prima squadra appena nove apparizioni e tanta sfortuna. Tra le sue più gratificanti esperienze professionali da ricordare senza dubbio l'esperienza in Serie A con il Parma, la parabola calcistica con la maglia del Trapani con 97 presenze e 6 reti in quattro stagioni. Il classe '82, attualmente procuratore sportivo, ha concesso un'intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it. Tra i temi trattati il rapporto con figure cardini del suo percorso come Fabrizio Castori e Giorgio Perinetti, senza tralasciare le sue tre stagioni (in periodi differenti) nel capoluogo siciliano, sua terra natale.

Intervista realizzata da Anthony Massaro

TRASCORSI AL PALERMO: "Facevo parte di rose composte da giocatori fantastici e importante, poi per un palermitano giocare a Palermo è sempre stato difficile, non so perché. Davanti avevo giocatori talmente forti che arrivavano in Nazionale o facevano la differenza, perciò ritagliarsi uno spazio in quei Palermo lì non era facile. C'erano giocatori come Corini, Simplicio, Bresciani, Liverani. Faccio questi nomi per lasciare intendere il livello. Mi vengono in mente anche Tedesco e Migliaccio. Tutte gente forte ed importante. Ho sempre dato il massimo per giocarmi le carte, a volte ci sono riuscito, altre ho dovuto lasciare e dare il mio contributo in altri posti".

GUIDOLIN E BALLARDINI: "Guidolin? Per me era un allenatore molto preparato e importante. Magari non si vedeva il suo carattere, essendo un tipo non molto socievole. Ma era un tecnico capace di mettere in campo le squadre, con lui tutti sapevano cosa fare una volta scesi nel rettangolo verde. Un allenatore veramente importante. Per quanto riguarda mister Ballardini, penso che è una brava persona. Era un pochino più espansivo rispetto a Guidolin, ma anche lui è un grande allenatore, che sa il fatto suo. Esonero dalla Cremonese? La Serie B è un campionato maledetto. Un campionato troppo difficile, dove non basta avere giocatori e allenatori importanti. Purtroppo si vive di risultati, la società voleva il risultato. Nomi e giocatori top non bastano, serve calarsi nella realtà della cadetteria. L'esempio lampante è il Benevento dello scorso anno".

PERINETTI: "Il direttore mi ha cresciuto. Quando ero nel settore giovanile del Palermo, mi ha portato nel calcio che conta, prima facendomi promuovere in prima squadra, poi prestandomi all'Avellino, dove mi volevano. E' un dirigente navigato, nessuno gli deve insegnare niente. Ha lanciato tantissimi giocatori e tanti dirigenti, ex suoi collaboratori. Lui sa sempre quello che fa, infatti ha creato una squadra ad Avellino che si giocherà il campionato con le altre della Serie C".

LIVORNO PROMOSSO IN A CON IL PALERMO E FALLIMENTI RECENTI: "Quell'anno fu' storico, a Livorno salimmo in A con Walter Mazzarri in panchina insieme al Palermo. I ricordi che ho di quella piazza partono da due grandissimi allenatori. Ho avuto sia Donadoni che Mazzarri. Walter era alle prime armi, Donadoni era un ex giocatore, reduce da una carriera che non necessita presentazioni. Tutto il mondo conosce la sua storia. Mazzarri già ai tempi lasciava intendere di essere un malato di tattica. Adesso è uscito un po' dal giro, perché probabilmente è rimasto indietro rispetto alle nuove generazioni, ma da tecnico sa comunque il fatto suo. I risultati a Napoli a Reggio Calabria, con Sampdoria e Livorno stesso, parlano per lui. Un tecnico navigato come Donadoni. Situazione attuale del Livorno? Hanno fatto bene a ripartire dal basso. Quando stai per troppo tempo a navigare in acque brutte, è meglio rifondare come ha fatto il Palermo stesso, ripartendo da 0. Anche Catania e tante altre hanno fatto il medesimo ragionamento.  Nel calcio è diventato troppo facile portare avanti chi non ha requisiti, per poi farle penare alla fine. Si fallisce comunque. I controlli devono aumentare, non possono succedere certe cose a compagini gloriose come Sampdoria o Reggina. Ci vogliono società serie, che abbiano voglia di fare le cose per bene".

CESENA, SALERNITANA NEL SEGNO DI FABRIZIO CASTORI: "Con il mister c'è un rapporto di padre e figlio. Fin da subito si è creato. Uno che dava il bastone, ma quando la si meritava, dava anche la carota. Ci sentiamo spesso, siamo rimasti in contatto. E' quello che mi ha fatto crescere come uomo, prima che come giocatore. Cesena una grande piazza, lì sono stato da dio. Ho fatto molto bene con quella squadra, la stessa che mi ha permesso poi di affacciarmi in Serie A altrove. Salernitana? Quella è una piazza caldissima, una curva straordinaria. Ho giocato lì circa quattro mesi e mi sono subito reso conto cosa significa il calcio lì. La piazza merita assolutamente la Serie A, l'ha dimostrato e quest'anno tutti lotteranno per cercare di mantenere la categoria".

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