LA PRIMA DI BALDINI

Catanzaro-Palermo 0-0: identità e coraggio, la firma di Baldini. Pari e buoni segnali

A Catanzaro Palermo che mostra identità, coraggio e indole propositiva pur peccando di lucidità e qualità in fase offensiva. Buoni segnali alla prima per Baldini.

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Palermo

di Leandro Ficarra

Buon esordio e segnali confortanti. Cenni embrionali di un nuovo percorso, in termini di filosofia calcistica, forma mentis e atteggiamento.

Il primo Palermo dell'era Baldini 2.0 ha mostrato personalità e coraggio. Coralità, determinazione ed indole propositiva, almeno nelle intenzioni, contro un avversario di ottimo lignaggio in relazione agli standard medi della categoria.

La prestazione fornita dalla compagine rosanero al cospetto del Catanzaro di Vivarini autorizza una moderata dose di fiducia ed ottimismo in prospettiva futura. Un punto meritato al culmine di una performance densa di carattere, autorevolezza e voglia di provare ad imporre il proprio gioco, con un'interpretazione del match gagliarda e marcatamente audace. Un Palermo che si è mosso in maniera organica ed armoniosa, lasciando intravedere meccanismi ed automatismi figli del primo scorcio di lavoro svolto in queste settimane dal tecnico toscano. Aspetto significativo e non trascurabile, in ragione di criticità e contingenze avverse, legate principalmente al cluster da Covid-19 che hanno reso a dir poco tormentata la marcia di preparazione ed avvicinamento a questa sfida.

Una squadra intensa e volitiva quella disposta da Baldini sul manto erboso del Ceravolo all'esordio sulla panchina rosanero.

Un Palermo, alto, corto e aggressivo, feroce in pressing e vorace nella riconquista della sfera. Capace di soffocare e schermare sul nascere ogni iniziativa della compagine giallorossa, togliendo tempo, spazio e concetto di profondità alla formazione di Vivarini.

4-2-3-1 caratterizzato da un pressing  ultra offensivo sul primo giropalla giallorosso, con Soleri coadiuvato da Valente, Luperini e Felici, ad asfissiare i centrali difensivi calabresi, De Rose e Dall'Oglio a scalare in sequenza, la linea difensiva alta e lesta accorciare il campo e le distanze tra i reparti. Raddoppi sistematici, vere e proprie gabbie in zona palla, che costringevano i padroni di casa a forzare spesso la giocata e sortivano reiteratamente il recupero del possesso già nella metà campo avversaria.

Un moto perpetuo sincrono che ha impedito al Catanzaro di costruire dal basso con linearità e fosforo, limitando al minimo i rifornimenti per gli avanti giallorossi e consentendo al Palermo di marcare una chiara supremazia territoriale, gestendo per larghi tratti il pallino del gioco.

A fare da contraltare, la mancanza di qualità e fluidità in sede di costruzione e rifinitura, con il Palermo che quasi mai è riuscito a trovare lucidità ed incisività per creare scompensi nella retroguardia di Vivarini. Approssimativa e colpevolmente imprecisa in fase di palleggio e transizione, la formazione di Baldini raramente ha trovato ampiezza e profondità, creando troppo poco dalle parti di Branduani.

Con la palla tra i piedi, il Palermo è stato volenteroso e intenso, ma non certamente ispirato e brillante. Qualcosa di interessante si è visto in termini di trame codificate e movimenti senza palla: tentativi di sovrapposizione, qualche taglio interno, la voglia di provare ad attaccare lo spazio. Sprazzi vanificati da un palese deficit sul piano di rapidità e livello di esecuzione della giocata. Ampi margini di crescita e miglioramento da esplorare in fretta, al fine di non perdere contatto con la zona nobile della graduatoria. Stenti fisiologici e prevedibili all'esordio, visti anche i pochissimi allenamenti alle spalle svolti a ranghi completi. Luperini con un lob estemporaneo da cinquanta metri stava per rompere l'equilibrio nella ripresa. Brunori, subentrato nell'ultimo scorcio di match, ha lavorato da par suo un pallone non semplice nella morsa della difesa di casa, non centrando di poco il bersaglio con un bel diagonale. Queste le chance migliori della gara in casa Palermo, oltre ad un paio di circostanze in cui Soleri, ben innescato da Giron prima e Felici poi, avrebbe potuto essere più reattivo e calcisticamente cattivo.

Condotta di gara ed interpretazione della fase di non possesso sono comunque stati lodevoli tratti distintivi nella partita del Palermo.

La compagine rosanero ha aggredito match ed avversario dall'inizio alla fine. Andando a prendere il Catanzaro sulla trequarti offensiva, protendendo la linea difensiva all'altezza del cerchio di centrocampo, scalando e uscendo in marcatura con tempi perfetti, non smarrendo mai distanze e concetto di densità. Prendendosi anche qualche rischio, ma concedendo di fatto pochissimo al pur quotato avversario. Il palo di Welbeck in avvio di gara, con un sinistro deviato dal limite sugli sviluppi di un corner, può definirsi l'unica vera chance per i calabresi.

Lancini e Marconi hanno disputato un'ottima gara, attenti, vigorosi e tempestivi, in marcatura ed in sede di letture difensive. Idem Giron e Doda, che hanno limitato la fase di spinta, chiudendo bene le diagonali e mostrandosi disciplinati ed applicati in copertura. Massolo non ha dovuto compiere interventi di rilievo e il Catanzaro, al netto di un forcing che ha sortito un poker di corner nel finale, non è mai riuscito a creare imbarazzi di rilievo alla squadra di Baldini su azione manovrata.

De Rose e Dall'Oglio hanno svolto un lavoro preziosissimo, garantendo filtro e schermatura alla linea difensiva. Tanta quantità  a discapito di fosforo e qualità in sede di impostazione in zona nevralgica, come nelle attitudini insite nel bagaglio tecnico dei due interni. Laboriosa e di sostanza la prova di Luperini da trequartista incursore. L'ex Trapani ha conferito sostanza equilibrio e centimetri, facendosi valere nel gioco aereo, sfiorando il gol da cineteca,  cerando più volte, senza troppa fortuna, l'inserimento per vie centrali. Felici ha mostrato gamba ed effervescenza nella prima frazione, calando vistosamente nella ripresa. Valente è parso giù di tono rispetto ai suoi standard abituali.

Baldini ha cercato nuova linfa dalla panchina nell'ultima porzione di gara. Crivello e Floriano hanno rilevato Giron e Felici, prendendo possesso della catena di sinistra. Odjer è subentrato a Dall'Oglio. Quindi Brunori e Damiani, gettati nella mischia per Soleri e Luperini, hanno trovato spazio per una decina di minuti complessivi. Troppo pochi per incidere, Damiani è stato tra l'altro adattato sulla trequarti, ma sufficienti a Brunori per crearsi un occasione da gol. 

Nonostante limiti strutturali, criticità figlie dell'apprendistato e numerosi aspetti perfettibili, l'impronta di Silvio Baldini affiora già nel volto e nell'anima del Palermo che punta a conquistare un posto al sole nei playoff in questo girone di ritorno. Prossimo appuntamento al "Barbera" contro il MonterosiTuscia. Occasione propizia per mostrare ulteriori progressi sotto il profilo dell'incisività e della concretezza in fase offensiva, conquistando una vittoria che alimenti autostima ed entusiasmo in seno al gruppo, oltre a conferire provvidenziale  slancio in classifica.

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