"Ho subito un danno enorme, perché adesso tireranno in ballo anche me. Credo però nella giustizia, anche se magari ci vorranno anni".
serie d
Zamparini: “Palermo fallito per colpa di Arkus Network, Albanese era la garanzia. L’offerta da 10 milioni…”
"Hanno fatto delle porcherie talmente grosse... Se avessero chiesto a suo tempo quei dieci milioni alla mia famiglia, il Palermo sarebbe ancora in Serie B, salvo"
Esordisce così Maurizio Zamparini nell'intervista rilasciata ai microfoni de Il Giornale di Sicilia. L'ex patron rosanero parla all'indomani del fallimento dell'U.S. Città di Palermo. Inutile il tentativo della sua famiglia di provare a salvare il salvabile, attraverso un'offerta da 10 milioni. Per l'imprenditore friulano la colpa di quanto accaduto è solamente di Arkus Network: "L’hanno fatta fallire loro, quando non l’hanno iscritta al campionato, perdendo cinquanta milioni di patrimonio".
Zamparini ha poi parlato del tentativo di giungere al concordato con i creditori: "La proposta era della mia famiglia, sollecitata da me - ha ammesso l'imprenditore friulano -. Ci ho rimesso un sacco di soldi ed ero pronto a rimettercene altri per i dipendenti, volevo lasciare un’immagine diversa e mi spiace che la società sia fallita. Ma non è fallita certamente per me. Hanno fatto delle porcherie talmente grosse... Se avessero chiesto a suo tempo quei dieci milioni alla mia famiglia, il Palermo sarebbe ancora in Serie B, salvo. Perché non li ho messi prima? Perché prima di tutto ero ai domiciliari. I 2,8 milioni nel Palermo sono stati immessi perché nessuno si immaginava un prosieguo del genere. C’era una grossa società americana in contatto per acquistare il Palermo e rischiare una penalizzazione in classifica sarebbe stato assurdo, ma nessuno pensava che sarebbe invece finita così".
Eppure non era complicato intuire e capire che tipi di imprenditori fossero i Tuttolomondo: "Se ho mai effettuato una ricerca? Quando ho visto Albanese con loro ero tranquillo, l’ho vista come una garanzia - spiega Zamparini -. Questi disgraziati invece non si sono neanche iscritti al campionato, servivano 4-5 milioni di stipendi e se fossero state delle persone perbene, non sarebbero arrivate fin lì. Bastava iscriversi e vendere 3-4 giocatori, come fatto l’anno prima. La mia famiglia era informata solo attraverso l’avvocato del Palermo, la nostra unica preoccupazione era che si presentasse gente all’altezza. Ad un certo punto si era presentato un fondo americano e voleva che la proprietà intervenisse a garanzia del debito verso i procuratori, cosa che avremmo fatto. È successo invece l’imponderabile. La Federazione ci ha messo del suo, con la retrocessione in C e il ripescaggio in B".
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