serie c

Viterbese-Palermo 1-0: profondo rosso all”Enrico Rocchi! Zero gol e due espulsi, ancora un flop per la banda Boscaglia

Prestazione disarmante ed ennesima sconfitta per il Palermo di Boscaglia

Mediagol8

L'ennesima tranvata.  Il verdetto del campo che giunge con inesorabile puntualità a detronizzare ogni vacuo proposito della vigilia.

Il Palermo di Boscaglia cede ancora una volta i tre punti senza lasciare alcun tangibile segno di sé sul piano calcistico.

L'unica traccia, vistosa e poco edificante, del passaggio della compagine rosanero all'Enrico Rocchi la si evince  su taccuino e referto degli ufficiali di gara. Rosso è il colore predominante di questa sciagurata ed infruttuosa trasferta in terra laziale. Come i cartellini comminati dall'arbitro ad Almici ed Odjer che hanno di fatto reso vano qualsiasi velleità di rimonta. Come il colore che fa capolino sul volto di ogni essere umano per somatizzare l'imbarazzo, certificando una prestazione non certo all'altezza sotto ogni punto di vista. Passi per pochezza, criticità, lacune e limiti strutturali in relazione a contenuti tecnici e valori squisitamenente calcistici. Le disamine minuziose e dettagliate sul tema, con annesse ripartizioni di rispettive responsabilità, si sono sprecate nel corso dei mesi.

Quello che davvero ha disarmato gli osservatori più attenti delle vicende rosanero quest'oggi è il fragoroso blackout mentale e nervoso che ha sgretolato il concetto di squadra e gruppo nel cuore della contesa. Forse, nel momento forse più difficile della travagliata annata in casa Palermo.

Due espulsioni diverse, ingenua ma figlie delle dinamiche di gioco quella di Almici, evitabilissima e calcisticamente incomprensibile quella di Odjer per proteste. Lasciare la propria formazione in nove uomini, quando rema con affanno e controcorrente, già sotto di un uomo e di un gol, alla disperata ricerca di un appiglio che rimetta le cose a posto, rappresenta un'ingenuità abbastanza grave. Per usare un eufemismo. Un'appendice di insofferenza e di malessere in seno al gruppo, che fa il paio con l'alta tensione tra Almici e Kanoute in sede di rifinitura, culminata con l'esclusione del senegalese dalla lista dei convocati. Insoddisfazione e biasimo affiorano piuttosto palesemente nella gestualità e nel linguaggio del corpo di una folta schiera di calciatori a disposizione di Boscaglia.

Frustrazione e delusione, per l'incapacità di esprimere concretamente un potenziale fin qui rimasto sostanzialmente teorico, costituiscono fisiologiche concause di un diffuso malessere che lede profondamente anima ed identità di questo gruppo. La tendenza cronica a sciogliersi al cospetto delle prime contingenze avverse, la propensione a recitare più a soggetto che cercare di adoperarsi per alimentare il concetto di coralità. Vizi abbastanza ricorrenti che celano probabilmente corto circuiti più radicati e profondi tra le varie componenti la cui origine non è certamente semplice da individuare dall'esterno.

Attanagliato dall'impotenza, incapace di  invertire il trend oggettivamente impalpabile che sta cadenzando il proprio percorso, il Palermo oggi ha danzato sul'orlo di una crisi di nervi. Complicandosi ulteriormente un compito già reso improbo dagli acclarati limiti strutturali. Per molteplici aspetti e fattori, la rosa costruita in estate dal binomio dirigenziale Sagramola e Castagnini non si è dimostrata  in grado di legittimare le ambizioni di vertice della vigilia. In termini di sinergia e complementarità, conformità al credo tattico di Boscaglia, maturità calcistica e valore assoluto dei singoli,

Quando adottiamo l'espressione ambizioni di vertice, non ci riferiamo certamente alla conquista di primo posto e promozione diretta.

Il campo ha detto in tutte le salse che questo organico non ha la completezza e lo spessore neanche per recitare un ruolo significativo nelle vesti di outsider nella comfort zone dell'olimpo playoff.

Il fatto che possa poi, d'inerzia, rientrare nell'ampio lotto delle prime dieci classificate assume totalmente un'altra rilevanza e ben altro sapore,

Disquisire di turnover a pochi giorni dal derby contro il Catania, dell'impiego di Peretti in luogo di Somma, del rientro dal primo minuto di Almici, del rilancio di Martin, dell'esclusione di Odjer e Santana, al cospetto di prestazioni talmente vuote e disarmanti crediamo abbia davvero poco senso.

La partita è stata oggettivamente povera e scadente sotto il profilo tecnico ed estetico Ancor più piatta sul piano dei sussulti e delle emozioni.

Agonismo, corsa, qualche rudezza di troppo, grande coesione e capacità di togliere spazi e profondità ad un avversario che non aveva grossi argomenti per disinnescare una fase difensiva attenta e scolastica. La Viterbese ha vinto con una partita maschia, attenta ed onesta. La compagine laziale ha sfruttato al meglio, con lìacuto di Adopo, l'ennesima situazione di palla inattiva gestita malissimo dalla difesa ospite. Murillo ha sprecato il rigore del raddoppio con Pelagotti bravo a reagire in un periodo oggettivamente complicato e deficitario in relazione alle prestazioni personali.

Un paio di colpi di testa di Lucca fuori bersaglio, diversi calci di punizione non sfruttati a dovere. Una folata d'orgoglio con tanto di forcing in avvio di ripresa, Floriano e Martin a lambire il palo. L'ingresso di Silipo a conferire un pizzico di brio e di vivacità. La carta Santana per provare a riordinare le idee ed alzare il livello. Quindi il rosso ad Almici, il pericolo scampato dagli undici metri. Peretti che cede alla fatica, Odjer che rileva De Rose. L'ex Trapani, forse non felicissimo per l'esclusione dall'undici iniziale, che sbraita all'arbitro con eccessiva foga il suo biasimo dopo un cartellino giallo. L'espulsione che lascia il Palermo in nove. L'assalto finale che prende corpo sulla dote residuale di orgoglio che si fonde con la calcistica disperazione. Silipo sfiora il montante, Luperini timbra addirittura la traversa in elevazione. Il triplice fischio sancisce l'ennesimo inciampo di un Palermo che non riesce a trovare il passo. Ancor meno a dare una forma ed un senso a questa desolante ed anonima stagione.

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