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Pergolizzi-Mediagol: l’intervista integrale all’ex allenatore del Palermo

Mediagol22

"Io sono stato contattato l'estate scorsa da Sagramola, anche tramite Rosario Argento che mi aveva avuto nel settore giovanile e ha sempre creduto in me. È impossibile dimenticare quanto pubblico ci fosse allo stadio per la finale di Coppa Italia, per lo Scudetto e per la Supercoppa, nonostante si trattasse di una serie giovanile. Anche questa è storia che rimarrà al Palermo. Gli allenatori e i giocatori cambiano, ma questo resta. Sono stato contattato, poi dimenticato e nuovamente contattato. Un percorso travagliato che alla fine, visto adesso a bocce ferme con tranquillità e serenità, è stato sicuramente bellissimo e ricorderò con affetto per sempre. Non ho mai sentito una differenza tra la Serie D e la Serie A, mi sono sempre sentito un allenatore di massima categoria perché la società, i giocatori e la piazza erano tali. Io e il mio staff eravamo alla prima esperienza in una squadra importante come il Palermo, ma consapevoli della grande responsabilità affidataci dalla società. Ci siamo sentiti coccolati. Il "Renzo Barbera" è un ricordo che porterò sempre con me. Entrare e giocarci sapendo che dovrai vincere non è mai facile, ma è una delle cose più belle che ricorderò con grande amore. Nonostante le dieci vittorie, dopo la vittoria col Savoia, è arrivata qualche critica. È normale che i tifosi, con la rinascita, si aspettassero un allenatore con un nome diverso e inizialmente abbiano avuto dei dubbi. Questo è servito a loro per rendersi conto che nulla è scontato, a me per crescere come uomo e professionista. La sconfitta contro il Savoia era un qualcosa di normale. Se non fosse arrivata con loro sarebbe arrivata con un'altra squadra per la legge dei grandi numeri. Io non ho mai pensato di vincere tutte le partite, bensì che sarebbe stato un campionato difficile da vincere anche all'ultima giornata, nonostante per i tifosi fosse un patema d'animo. L'importante era portare a casa l'obiettivo".