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Peretti: “Ho un debole per il Milan, Pirlo mi incantava. NBA? La mia passione, Kobe Bryant…”

Il difensore rosanero Manuel Peretti racconta di sé e del momento che sta vivendo tra le fila del Palermo in Serie D

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Manuel Peretti si racconta.

Il giovane difensore del Palermo, trasferitosi quest’estate ai rosanero in prestito dall’Hellas Verona, sta crescendo alla corte di Rosario Pergolizzi. Nelle scorse gare, complici le assenze di alcuni compagni, è diventato un punto fermo nella difesa dei siciliani, mettendo a segno anche la sua prima rete nel match contro la Cittanovese.

Intervenuto ai microfoni del ‘Corriere dello Sport’, il classe 2000 ha parlato del suo sogno di giocare tra i grandi: “Ho avuto quello che un bambino può desiderare. Ringrazio i genitori che mi portavano a fare provini, anche al Milan, e mi sostenevano quando, a scuola calcio, introverso di natura, invece di giocare, piangevo, mi disperavo e tornavo a casa per paura che mi giudicassero male. Papà, Daniele, è pensionato da tre mesi, faceva il muratore; mamma, Cinzia, era nel settore delle scarpe poi quando siamo nati si è dedicata a noi. Mio fratello Omar è laureato in ingegneria civile. Ho un debole per il Milan. Eredità di famiglia. Pirlo mi incantava. Oggi gioco da difensore e conosco tutti i ruoli. Da attaccante, mi chiamavano Apache, come Tevez, e segnavo. Poi, sono stato Ronaldo per la cura del particolare e l’impegno; Pirlo in regia; Busquets e Iniesta a centrocampo, Piqué in difesa, ultima tappa”.

E a proposito di fidanzata e amici: “Meglio evitare distrazioni. Nel futuro, mi piacerebbe avere moglie e figli. Di una ragazza mi colpiscono gli occhi. Quelle con cui ho avuto una storia li avevano azzurri o comunque vispi. Il mio migliore amico è Marash Kunbulla, cresciuti insieme, amici da una vita. L’ho sentito sabato e mi sono complimentato per la vittoria con la Juve”.

Infine, in merito alla sua più grande passione: “Amo la Nba più del calcio e, nei momenti liberi, gioco a basket passione che condivido con mio fratello. La morte di Kobe Bryant mi ha colpito. Ero con i compagni in pullman, quando è arrivata la notizia, e le confesso che al buio qualche lacrimuccia è caduta. E’ il campione cui vorrei assomigliare. Per titoli e dedizione al lavoro. A volte, per trovare motivazioni guardo suoi video e seguo il “Mamba Mentality”, per essere, ogni giorno, la versione migliore di me stesso”.