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Paolo Rossi, la moglie ed il sorriso eterno di Pablito: “Il Museo e il fillm sulla sua vita con Favino e Servillo. Ho fatto un’offerta a Juninho”

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"No, non ricordo nulla di quei giorni. Avevo una famiglia di tifosi, in primis mio papà che quando seppe anni dopo poi che mi ero fidanzata con Paolo impazzì di gioia. Anche i miei tre fratelli erano appassionati. Ricordo la grande euforia ma niente di più.  Abbiamo rivisto tante delle sue partite. Anche perché ho sempre voluto che le bambine vedessero cosa loro papà aveva fatto in passato però guardando le immagini insieme a lui. Uno l’abbiamo pubblicato nel 2013 '1982 - Il mio mitico Mondiale', in cui si citavano anche storie particolari degli italiani legate a quell’impresa. Un papà che lanciò in aria il bambino per la felicità e questi rimase impigliato nel lampadario! Mi colpì l’atteggiamento delle persone nei suoi confronti. A volte la gente ci fermava e lo ringraziava in maniera totale per le emozioni che aveva regalato: uno si mise in ginocchio davanti a lui. Nell’altro libro, invece, 'Quanto dura un attimo', Paolo si racconta a 360 gradi. Da quando era piccolino sino a poco tempo fa. Tra l’altro c’è il toccante incontro tra lui ed Enzo Bearzot nella casa dell’ex ct ad Auronzo di Cadore. Per me fu una grande emozione perchè io non avevo mai conosciuto questa persona di cui lui mi aveva parlato molto e che lui mi aveva dipinto come un secondo padre, come un uomo straordinario che gli cambiò la vita. Noi arrivammo e ci fu questo abbraccio fortissimo sull’uscio di casa sua. Fu come una confessione. Bearzot gli disse che aveva un tumore e Paolo rimase sconvolto dalla notizia. Poi col passare dei minuti vissero il piacere di ricordare i dettagli di quell’impresa. La maglia della tripletta al Brasile? Sì, confermo, sono intenzionata ad averla. E’ di proprietà di Juninho, un giocatore della Seleçao di allora, che ho già contattato. Per me avrebbe un valore affettivo perché sarebbe come riportare a casa un pezzo di Paolo".