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Paolo Rossi, la moglie ed il sorriso eterno di Pablito: “Il Museo e il fillm sulla sua vita con Favino e Servillo. Ho fatto un’offerta a Juninho”

Le parole di Federica Cappelletti

Mediagol8

Paolo era stupendo, ho imparato tantissimo da lui.

Queste alcune delle parole rilasciate da Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi che ha celebrato la memoria dell'indimenticato bomber della Juventus e della Nazionale azzurra  recentemente scomparso.  In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Tuttosport, ha trattato tantissimi temi legarti al ricordo di Pablito, tra cui anche la genesi della loro straordinaria storia d'amore:"Ci siamo conosciuti grazie al mio lavoro di giornalista. Ho sempre avuto la passione per la scrittura per cui ho lavorato a lungo per la testata QN occupandomi di sanità. Ho girato diverse città per lavoro: andare e scoprire per raccontare mi accendeva. Ho avuto anche la fortuna di intervistare grandi personalità del secolo scorso - ha proseguito la Cappelletti - . Dalla Montalcini alla Pivano, da Biagi e Bocca. Ricordo che quando andai a intervistare Margherita Hack stavo già con Paolo: andammo a casa sua, ma non volevo presentarmi come sua moglie. Per cui lo feci salire solo alla fine del nostro colloquio. Bene, non scorderò mai quanto fu divertente vederli parlare amabilmente della gravità e dello spazio prendendo spunto da come i ragni si muovono con leggerezza sulla propria tela. Fu un siparietto incredibile, andarono avanti a lungo a parlare appassionatamente di quel particolare. Quando lo conobbi l'età non è mai stato un problema. Questo sentimento è stato così forte che tutto ciò che è accaduto è avvenuto in maniera naturale. E rifarei tutto pur sapendo il prezzo altissimo che alla fine dovrei pagare".

La moglie dell'ex campione del mondo ha anche parlato di alcuni aneddoti legati al loro periodo di conoscenza:"Io lo conobbi nel 2003 dopo qualcosa che avvenne due anni prima. L’11 settembre del 2001 ero in Portogallo per seguire la Juventus per uno speciale che dovevo realizzare. Vissi quindi quel giorno incredibile delle Torri Gemelle assieme a Del Piero, Buffon, Lippi e altri giocatori. Mi venne in seguito proposto di collaborare a un libro, 'Razza Juve', in cui si raccontavano 10 campioni bianconeri da un punto di vista umano. Mi venne poi chiesto di invitare Paolo Rossi alla presentazione del libro a Perugia. Lo chiamai e mi disse che non sarebbe potuto venire perché era impegnato. Dopo un po’ di tempo lo richiamai e feci leva sul fatto che tutta la tifoseria perugina sarebbe stata felice di riabbracciarlo perchè non era mai tornato. E infatti al mio secondo tentativo si convinse e disse 'Vengo'. Il problema fu che il giorno in cui lo aspettavamo, lui era a Sofia per una partita di beneficenza e c’era sciopero degli aerei. Riuscì comunque a prendere al volo un aereo per Verona, poi da Verona a Milano col taxi e quindi guidò lui la sua auto fino a Perugia. Arrivò con appena 20 minuti di ritardo! Non ci credevo quando apparve, fui così contenta per quanto aveva fatto per mantenere la parola che gli dissi 'dopo tutto ciò che hai fatto puoi chiedermi quello che vuoi'. Quel giorno in cui lo vidi per la prima volta rimasi colpita dal suo sorriso: mi entrò nell’anima in maniera prepotente e infatti da allora non è più uscito. Era il 23 ottobre del 2003. Dopo un po’ mi richiamò per sapere se saremmo andati a mangiare qualcosa insieme. Scattò quindi un qualcosa di forte in me e in lui che inizialmente cercammo di trattenere anche perché entrambi avevamo una situazione che stavamo vivendo. Poi però non siamo più stati in grado di arginare".