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Palermo, querelle Mirri-Di Piazza: all’ex consigliere spetta la liquidazione, adesso la partita è bollente

Mirri-Di Piazza è rottura definitiva: dimissioni, accuse e scenari

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"Una rottura definitiva tra Mirri e Di Piazza che fa da preludio a una guerra societaria in casa Palermo".

Apre così l'odierna edizione de 'La Gazzetta dello Sport', che punta i riflettori in casa Palermo. Nella serata di lunedì, la notizia: Tony Di Piazza ha deciso di lasciare il club rosanero. Nel dettaglio, il noto imprenditore italo-americano, che detiene il 40%, ha informato i soci di aver formalizzato lo scorso 11 dicembre il recesso dalle quote di Hera Hora. La decisione è stata comunicata nel corso dell'ultimo cda.

Le dimissioni di Di Piazza aprono "a molteplici scenari sul futuro e sulle ambizioni della società". Altalenante la posizione del presidente Dario Mirri - possiede il 60% del pacchetto azionario di Hera Hora insieme a Damir -, che nella giornata di ieri, da una parte ha provato a rassicurare i tifosi affermando che non sarebbe cambiato nulla nel progetto societario, dall'altro ha accusato l'imprenditore italo-americano di recare danni al Palermo. Tenendo in considerazione che, "una volta formalizzato il recesso, al socio che lascia spetta la liquidazione delle sue quote", adesso tra Mirri e Di Piazza si 'giocherà' la partita più importante e bollente del loro rapporto.

L'ex vicepresidente, che sul proprio account Instagram ha salutato e ringraziato la tifoseria palermitana con parole al miele, dovrà ricevere entro 180 giorni dalla formalizzazione dell’uscita da Hera Hora i soldi che gli spettano. A questo punto, le possibilità sono due "o le due parti riusciranno a mettersi d’accordo sulla cifra che spetta a Di Piazza o si giungerebbe a uno scontro che potrebbe poi finire davanti ai giudici a colpi di perizie e carte bollate". Dunque, una somma che prima era destinata al progetto del Palermo dovrà tornare nelle tasche di Di Piazza e "a quel punto il budget triennale non ammonterà più ai famosi 15 milioni".