Una relazione articolata ma al contempo chiara ed esaustiva. Un documento che il Palermo invia in allegato con una mail ricevuta dalla vicepresidenza del Consiglio del Comune di Palermo nella serata dello scorso 17 luglio. L'esposizione di una serie di osservazioni e considerazioni volte ad illustrare le ragioni del dissenso del club rosanero in merito a criteri di formulazione della proposta di concessione dello stadio Barbera e modalità di valutazione del canone di locazione da parte dell'Ufficio Tecnico del Patrimonio Comunale e Valutazione Immobili.
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Palermo, concessione stadio: la mail del club al Comune, la relazione sul canone e i soldi spesi per il Barbera…
L'elemento oggetto di maggiore perplessità e contestazione nel pensiero della società di proprietà di Hera Hora risiede proprio nella selezioni dei criteri e nella tipologia di approccio con cui è stata esaminata la questione. Metodica asettica e fuorviante che non avrebbe minimamente tenuto conto del contesto e delle contingenze in cui si sviluppava il tema oggetto della querelle. Ovvero, quello di una squadra chiamata a rappresentare la città e la sua gente anche per la scelta compiuta dall'amministrazione comunale in sede di avviso pubblico al culmine di una selezione. Squadra espressione di una proprietà che ha agito in piena conformità dei principi di identità e senso di appartenenza, prevedendo una quota da destinare all'azionariato popolare, con diritto di voto pari al 10% a prescindere dal capitale sottoscritto, la nomina di un componente del Collegio Sindacale di pertinenza del Sindaco della città, l'istituzione di una consulta di indirizzo, in qualità di organo mastice e di controllo, con tre profili indicati rispettivamente da Sindaco, rappresentante della quota popolare e proprietà.
Già questo aspetto, secondo la società rosanero potrebbe legittimare la richiesta di pagare un canone di locazione, giusto ed equo, in linea con i parametri economici, gli incassi e la categoria di militanza del club, non certo una cifra totalmente fuori mercato e frutto di una valutazione priva di confronto alla quale si pretenderebbe di assoggettare d'autorità il concessionario. La relazione prosegue mettendo in evidenza l'impossibilità di adottare nella fattispecie una metrica di valutazione standard in stile agenzia immobiliare, come se il "Renzo Barbera" fosse alla stessa stregua di un locale commerciale o se si utilizzassero parametri propri a ordinarie compravendite di immobili. L'utilizzo dello stadio comunale, casa della prima squadra di calcio che rappresenta la città, con tutte le implicazioni virtuose di valenza sociale, umana ed economica del caso, costituisce materia di interesse pubblico e collettivo. Ragion per cui, indirizzo prioritario dell'amministrazione comunale dovrebbe essere quello, secondo quanto sostenuto del club siciliano, di creare le premesse ideali affinché la squadra che porta il nome della città giochi nel proprio stadio. Scongiurando il rischio di creare criticità ad una società che, ottemperando a tutti i doveri ed agli impegni assunti in sede di assegnazione del titolo sportivo, ha con coraggio prodotto uno sforzo economico ed imprenditoriale in un lasso di tempo esiguo, provvedendo a ricollocare la squadra nel panorama del calcio professionistico dopo solo un anno ed in piena fase di start up.
A suffragio della tesi che l'aspetto economico non possa essere prerogativa fondante e prioritaria nell'analisi della questione, il Palermo evidenzia inoltre la scelta nobile dei calciatori di devolvere una cospicua parte del premio promozione in beneficenza, unitamente alla serietà degli sponsor che hanno onorato i contratti nonostante la crisi figlia della pandemia da Covid-19 ed all'atto d'amore dei tifosi che hanno rinunciato al rimborso di parte della quota relativa all'abbonamento. La richiesta di un canone così ingente cozza, secondo quanto si legge nel documento, con quanto evidenziato in sede di avviso pubblico per l'assegnazione del titolo sportivo appena un anno fa, quando l'amministrazione comunale indicava il canone di 311.000, commisurato alla dimensione della vecchia proprietà, come semplice parametro indicativo suscettibile di modifiche legate alle variazioni patrimoniali, relative sia allo stato dell'impianto che alle condizioni del concessionario. Dopo essersi soffermato sui benefici, in termini sociali, turistici e di immagine, nonché sotto l'aspetto contributivo, che una progressiva crescita sportiva ed economica del club rosanero genererebbe per l'intero territorio regionale, il Palermo chiude la relazione sottolineando i costi sostenuti tra manutenzione, gestione, funzionamento ed utilizzo dell'impianto, pari a circa 800.000 euro, relativi alla stagione 2019-2020. Spese sostenute dal club non indifferenti, tra lavori già eseguiti ed ultimati, lavori commissionati ed i fase di esecuzione, costi ascrivibili all'organizzazione di eventi al "Renzo Barbera". Il tutto minuziosamente illustrato in un documento consuntivo che evidenzia per singola voce, fornitore, importo e numero della relativa fattura con annessi riferimenti temporali. L'auspicio del club di proprietà di Hera Hora è che venga quindi riconsiderata la percentuale di rendita annua del 4% sui 9 milioni di euro, valore patrimoniale attribuito all'impianto, ritenuta ingiustificata alla luce delle motivazioni addotte, e che si rimoduli l'entità del canone di locazione a carico del club nell'interesse collettivo.
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