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Mirri-Mediagol: “Cessione Palermo ok, i tempi del closing. Critiche e mercato…”

Mediagol (sc) ⚽️

Intervista realizzata da Leandro Ficarra

"Querelle Di Piazza, appendice giudiziaria e richiesta di sequestro preventivo dei beni di Hera Hora, trattasi di uno scoglio superato il quale il Palermo avrà certamente una nuova proprietà, o c'è tanta strada da fare anche in quel senso? Partendo da questa considerazione, non c'è dubbio che questo elemento possa essere, quanto meno psicologicamente, uno scoglio da superare per gli investitori,  poi nel dettaglio tecnico non entro perché non sono un avvocato, ascolto gli avvocati ma esistono soluzioni anche agli scogli, basta non prenderli con la chiglia, si trova il modo per aggirali. Non c'è dubbio che la querelle giudiziaria con Tony Di Piazza è un elemento determinante nella trattativa che abbiamo avviato, può essere superabile, speriamo che il Tribunale di Catania faccia le valutazioni che riterrà opportune, per poterci consentire di accelerare. E' chiaro che, superato questo scoglio, che è quello che vediamo ad occhio nudo, mi auguro che non ce ne siano altri, e ritengo sinceramente che non ce ne siano, perché in questi mesi con queste persone, con questi soggetti, parliamo costantemente ed approfonditamente grazie al prezioso e qualificato lavoro di Lazard, quindi ritengo che il più possa ritenersi fatto. Bisognerà poi andare avanti nel dettagliare tutto quello che sarà necessario per definirla. Oggi la vicenda Di Piazza è sicuramente lo scoglio affiorante che possiamo vedere ad occhio nudo. Mio permanenza in seno al nuovo club detenendo quote di minoranza?  E' l'ipotesi sulla quale si sta lavorando, devo dirvi che una delle barriere,. Prima di tutto c'è la criticità legata alla  attuale categoria di pertinenza,  perché se fossimo in Serie B sarebbe tutto molto più facile, inutile dire se fossimo in Serie A. Stare in Serie C complica le cose, inutile negare che la  categoria costituisce  chiaramente un limite, non solo per Lorenzo Lucca, ma anche per gli investitori. La seconda barriera è quella legata al territorio, dell'opportunità di compiere degli investimenti al Sud. Leggo che molti raccontano, è un dato di fatto, che le società professionistiche del meridione, seppur appetibili per certi versi, fanno fatica a trovare degli investitori stranieri. Imprenditori facoltosi, però, investono a Modena, investono a Cesena, come  nel caso degli americani dei quali ho avuto modo di leggere, come a La Spezia, quindi in realtà (senza voler mancare di rispetto a nessuno), di cabotaggio inferiore per bacino d'utenza e  sotto il punto di vista della potenzialità degli introiti legati ai diritti televisivi, dei tifosi del merchandising, degli sponsor. Il motivo, evidentemente, è questo della barriera territoriale, la difficoltà e la paura ad investire al sud, soprattutto per aspetti burocratici, perché chi investe nel calcio immagina anche ulteriori opportunità di business territoriali. Imprese che fanno ad esempio investimenti nel campo dell'energia magari comprano una squadra, il Siena mi pare,  perché ci possano essere degli sviluppi correlati sul territorio interessanti.. Al Sud, non lo dico io ma è un dato di fatto, gli investitori sono davvero pochi, perché questa difficoltà nel costruire, ad esempio tutta la parte immobiliare real estate che ogni società moderna, penso alla Juventus tra le prime, l'Udinese, il Bologna, l'Atalanta, ha costruito in questi ultimi anni. Nell'area meridionale dell'Italia, un soggetto investitore ha un po' di paura a dover affrontare la burocrazia e tutto quello che ne consegue, in termini di difficoltà e di lungaggini. Nel nostro caso specifico, l'investitore, è confortato dal lavoro che noi abbiamo sviluppato in questi due anni, due anni e mezzo, vede quello che stiamo realizzando per il centro sportivo, quello che stiamo proponendo per lo stadio, condivide evidentemente le scelte e le proposte che abbiamo fatto, quindi individua in me questa opportunità di dare continuità a questo lavoro, quindi quello che abbiamo progettato è poi il valore su cui fondare lo sviluppo ulteriore del Palermo. Il desiderio nostro e degli investitori è quello che chiudere entro fine anno,  fatemi dire, anche per avere la possibilità da gennaio di poter dare ulteriore rilancio, ulteriori ambizioni alla società. Questo è quello su cui stiamo lavorando, è chiaro che tutto passa dalla sentenza di Catania, che passa anche da ulteriori scogli che potrebbero presentarsi, però devo dirmi che la mia determinazione è la stessa  degli investitori. Abbiamo l'identica determinazione nell'andare avanti e nel credere fortemente nel Palermo. C'è piena convergenza tra le parti, nell'iter burocratico, parametri, valori in termini di di cifre, è tutto definito. Non ci sono elementi di difficoltà, non c'è mai stato un tira e molla sotto l'aspetto economico, questo aspetto è stato facilmente superato perché abbiamo stabilito delle condizioni secondo me assolutamente ragionevoli per entrambi. E' chiaro che il prezzo è la condivisione tra domanda ed offerta, l'abbiamo trovato facilmente e mai abbiamo discusso di questo, abbiamo discusso eventualmente del progetto, di quello che sarà lo sviluppo, il fatto di rimanere con loro, è chiaro che trovando un percorso virtuoso ci deve essere fiducia reciproca. Questi sono gli elementi sui quali ci siamo confrontati, ma non sul prezzo o su altre variabili".

Sfoglia le schede per leggere la prima parte dell'intervista esclusiva concessa dal presidente del Palermo, Dario Mirri, alla redazione di Mediagol.it

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