Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

notizie

Maradona, indagini sulla morte: la testimonianza del dottor Luque e le parole dell’avvocato del Pibe de Oro

Le parole del sanitario responsabile del Pibe de Oro

Mediagol8

Leopoldo Luque esce allo scoperto.

Il medico responsabile di Diego Armando Maradona è intervenuto pubblicamente presso la Procura di San Isidro, in seguito alle perquisizioni effettuate dalle forze dell'ordine argentine presso il suo ufficio e il suo domicilio. Luque si è presentato presso il tribunale con il suo avvocato, per difendersi dalle accuse a lui rivolte in merito alla presunta inadeguatezza di cure ed assistenza prestate a Maradona nel corso della degenza seguita all'operazione subita dal fuoriclasse argentino pochi giorni prima del suo decesso. Anche il legale del Pibe de Oro si è espresso in merito alla vicenda, difendendo il sanitario attraverso una nota diramata attraverso i suoi canali social: "Capisco e condivido il lavoro dell'accusa, ma solo io so, dottor Luque, cosa hai fatto per la salute di Diego, come ti sei preso cura di lui, ti accompagnavi e come ti amava. Diego ti ha amato e come suo amico non ti lascerò solo. Hai lasciato sangue, sudore e lacrime e la verità trionfa sempre ".

E' poi toccato proprio a Leopoldo Luque provare a chiarire la sua posizione, il medico che ha sottolineato quanto fosse forte e reale il legame affettivo con Maradona:"Se sono responsabile di Diego per qualcosa, è stato amarlo, prendermi cura di lui, allungare la sua vita e migliorarla fino all'ultimo. Sono responsabile di questo. Ho fatto l'impossibile per questo. Prima che il suo medico ero un suo amico, questo non cambierà mai e il tempo dimostrerà che sto dicendo la verità".

Luque ha poi chiuso la sua testimonianza chiarendo ai più i dettagli della delicata operazione di neurochirurgia affrontata dall'ex giocatore argentino: "Parlano di una squadra, non c'era il ricovero domiciliare, era costoso. La decisione era di Maradona. Era lucido, cosciente e poteva decidere cosa voleva. Per internare Diego in un ospedale psichiatrico o sottoporlo a riabilitazione senza il mio consenso, era necessaria una procedura giudiziaria che avrebbe potuto essere eseguita solo se avessi stabilito con criteri medici e psichiatrici che era pazzo. Lui non soffriva affatto di pazzia, per cui non era possibile applicare questa procedura. La sua morte? Diego ha avuto un evento fortuito, un infarto che, in un paziente con le sue caratteristiche, è il più comune al mondo".