L'Italia è una parte di me, sento che un giorno tornerò a lavorarci.
serie a
Inter, Burdisso: “Molto legato all’Italia, tornerò a lavorarci. Tutto sul mio approdo in nerazzurro”
Ecco le parole dell'ex centrale argentino
Difensore sempre aggressivo e tonico, dotato di un'ottima elevazione e uno spiccato senso della posizione. Tutto questo, e tanto altro, è stato Nicolas Burdisso sul campo, uno dei giocatore ad aver vestito durante il corso della sua carriera maglie prestigiose come quelle di Inter, Roma, Genoa e Torino. Giocatore duttile sul rettangolo verde, grande professionista e leader sotto molteplici aspetti fuori, capace di rimanere vicino al mondo del calcio anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Il classe '81, infatti, è diventato in pochissimo tempo direttore sportivo anche grazie ai corsi seguiti in quel di Coverciano. L'esperienza al Boca Juniors subito dopo il ritiro gli hanno consentito di acquisire le basi di un mestiere bello quanto complesso.
Intervistato in esclusiva ai microfoni di Fanpage, Burdisso ha menzionato anche quest'ultimo aspetto legato al suo ruolo da D.s, non escludendo a priori di poter tornare a lavorare in Italia e in Serie A. Di seguito le sue parole:"Mi hanno ricordato poco fa che nessuno ha disputato sia il derby d'Italia (Juve-Inter ), il derby di Milano, il derby di Roma, il derby di Genova e quello di Torino (ride) . Questo è il riassunto dei miei anni in Italia, un posto che mi ha lasciato tantissimo ed è una parte di me e nel mio cuore so che tornerò a lavorarci".
L'ex calciatore ripercorre poi l'arrivo a Milano, sponda Inter, successivo alla vittoria della Coppa Intercontinentale con il BocaJuniors contro il Milan: "C'erano altre due squadre a volermi ma quando è venuta fuori l'Inter per me era la scelta numero uno, e ho lottato per questo. E lì avuto la possibilità di giocare cinque anni con grandissimi campioni". Su Moratti ricorda "Moratti è stato un presidente unico, diverso da tantissimi altri. Una persona molto umana e carismatica", mentre sul rapporto con Mourinho spiega "Appena finita la finale col Real Madrid io mi stavo preparando per giocare il mondiale (di Sudafrica ndr) e mi arrivò un messaggio da mister Mourinho che diceva ‘L'unica cosa della quale mi sono pentito quest'anno è che dovevi esserci anche tu con noi'. Questi gesti Mourinho li ha sempre avuti, anche oggi che continuiamo a essere in contatto".
Su Zanetti e Totti, due capitani storici di Inter e Roma con i quali ha giocato, Burdisso racconta "Quello che mi impressionava di entrambi è la loro carica carismatica. Oggi forse si fa più fatica a trovare calciatori come loro due che avevano sempre una parola, un momento o anche solo uno sguardo per farti vedere che erano diversi". Su Ibrahimovic commenta "Zlatan non mi sorprende. Lui ha avuto sempre una condizione atletica e una mentalità competitiva da professionista. Penso che anche gli allenamenti e la tecnologia del calcio hanno permesso che giocatori come lui oggi siano quasi imprescindibili perché hanno personalità, talento, competitività e danno un peso alla squadra, come ha fatto lui col Milan. Le mie sfide con lui le ricordo con piacere perché è un top player di quelli da affrontare sempre".
Chiosa finale dedicata al suo ex compagno e amico Daniele De Rossi, ritrovato anche nella breve esperienza avuta dal centrocampista romano in Argentina: "Daniele è una persona molto vicina. Da parte mia c'era moltissima ammirazione per una persona come lui diversa dalle altre. Non ho dubbi che continuerà a fare la storia del calcio italiano. E mi auguro di seguirlo perché abbiamo gli stessi valori, la stessa filosofia di vita dentro e fuori dal campo. Il suo percorso da tecnico sarà pieno di risultati sia in campo sia fuori perché lui è una persona che trascina e trascende quanto accade in campo e questo lo rende diverso dagli altri".
© RIPRODUZIONE RISERVATA