Un nuovo fischio di inizio.
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FIGC, Gravina: “Ha vinto il dialogo, adesso non demoliamo tutto. Stadi? Ho una speranza”
Le parole del numero uno della FIGC sulla ripresa del calcio
Dal 20 giugno la Serie A tornerà in campo. Ieri e oggi, invece, si sta dando spazio alle gare di Coppa Italia. Il calendario degli appuntamenti italiani è dunque ormai interamente fissato. Qualche ora fa è arrivato anche l'ultimo appunto in merito al protocollo per la ripresa a fronte dell'emergenza Coronavirus. Il Comitato tecnico-scientifico, infatti, ha dato l'ok ad una quarantena "morbida" nel caso in cui vengano registrati contagi: ad andare in isolamento, in quel caso, sarebbe infatti soltanto il giocatore, non tutta la squadra.
Il numero uno della FIGC, Gabriele Gravina, intervenuto ai microfoni di Radio Deejay, ha parlato della tanto attesa ripresa del calcio, avvenuta ieri con il fischio d'inizio di Juventus-Milan, semifinale di ritorno di Coppa Italia.
"Il calcio italiano è ripartito e questo deve essere un motivo di orgoglio per tutto il movimento sportivo ma anche per tanti appassionati. Equilibrio, grande coerenza ma soprattutto dialogo. Sono tre elementi che sono stati fondamentali. E' stato il giusto mix di questi tre elementi che ha portato a centrare un obiettivo importante per tutti. Quello di ieri è stato l'ultimo piccolo tassello che serviva per fugare qualunque tipo di dubbio sulla proiezione, in termini di prospettiva, in definizione dei nostri campionati. Io credo che peggio di questa crisi è non capire tutto quello che questa crisi ha generato e tutto quello che da questa crisi dobbiamo prendere di buono. Dialogo significa confronto, confronto significa mantenere i toni bassi, essere leali, essere onesti anche con i nostri comportamenti e soprattutto con quello che vogliamo costruire. Ora noi siamo in una fase di ricostruzione, ovvero proiettarsi verso il futuro che in tanti anni abbiamo sempre auspicato. L'espressione futuro per noi del calcio significa riforma, mettere a base di quello che sarà il progetto del futuro anche una nuova cultura sportiva".
"Manca ancora un ultimo tassello che è la partecipazione dei tifosi che mi auguro possa avvenire in tempi molto rapidi. Io mi auguro gli stadi possano riaprire i primi di luglio. La prima settimana, massimo metà luglio. Questo significa che il nostro Paese ha buttato via quelle ultime restrizioni e siamo evidentemente usciti da questo momento particolarmente buio per il nostro Paese. Nonostante ciò, sono convinto che fra i tifosi e il calcio c'è stato un contatto continuo, un filo che non si è mai spezzato e quel filo è la passione che ha contraddistinto i vincoli forti. Abbiamo avuto momenti difficili, dove - e questa credo sia quasi una caratteristiche del nostro Paese - ci siamo fatti del male da soli. Abbiamo fatto di tutto per denigrare anche quegli aspetti positivi che abbiamo fatto come il fondo salva calcio. Immediatamente abbiamo demolito una delle più belle e uniche iniziative che hanno dato possibilità al nostro calcio di rilanciarsi. Anche ieri sera ha fatto discutere l'arbitraggio di Orsato solo perché si è consultato col VAR per un rigore. Noi amiamo farci del male, dobbiamo per forza cercare sempre di demolire anche quello che di positivo riusciamo a fare".
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