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Ficarrotta: “In D il Palermo è la più forte, voglio chiudere qui la carriera. Futuro da allenatore? No, ecco perché”

L’attaccante del Palermo, Luca Ficarrotta, si racconta tra passato, presente e futuro in vista della gara contro la Cittanovese

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Luca Ficarrotta tra passato, presente e futuro.

L’attaccante del Palermo sta cercando di ritagliarsi i suoi spazi alla corte di Rosario Pergolizzi, dove si è trasferito a inizio stagione dopo la fine dell’avventura al Marsala. Un’annata, finora, di alti e bassi, ma il classe ‘90 intende rifarsi.

In un’intervista rilasciata ai microfoni del ‘Corriere dello Sport’, Luca Ficarrotta è tornato a parlare dei suoi trascorsi e, in particolare, di quelli alla cantera della Juventus: “Il distacco fu traumatico. Per fortuna, eravamo in quattro i palermitani: io, Crivello, Lepre e Siragusa. Venivo dalla scuola calcio di Totò Schillaci. Potevo firmare per la Fiorentina, poi la chiamata che non si può rifiutare. Chissà, forse sarà stato proprio Totò a segnalarci! Premetto che non sono mai stato un tifoso bianconero. Mi allenavo con la prima squadra: Del Piero, Ibrahimovic, CannavaroZambrotta, Trezeguet... Ripensandoci mi sembra un sogno. Ho commesso degli errori di gioventù. Piccole, grandi cose: litighi con il compagno, non vai a scuola, esci la sera quando non devi. Peccati che a quell’età possono sembrare veniali ma che alla Juve non perdonano. Tornassi indietro, mi comporterei diversamente”.

Ora, però, testa al presente con il Palermo, la squadra della sua città: “Mi impegno, seguo le indicazioni del tecnico, poi devo metterci del mio. Siamo bene assortiti e se cambi una pedina, non vedi la differenza perchè, in quel momento, è allo stesso livello, se non piu forte, di chi gioca. Il gol mi manca, ma non mollo. Arriverà. Promozione? Da quello che vedo, siamo in grado di ripetere il filotto iniziale. E in D non c’è avversario più forte di noi”.

E, infine, uno sguardo al futuro, per quando appenderà gli scarpini al chiodo: “Mi restano altri sei o sette anni di attività. Senza presunzione, posso dare di più. Quello che ho fatto domenica dovrebbe rappresentare la normalità. Dopo la promozione, mi siederò con chi di dovere e mi auguro di chiudere la carriera a Palermo, legandomi alle ambizioni della società. Vorrei aprire un’attività nel campo della ristorazione o della moda. Restare nel calcio? Per fare l’allenatore no, non mi ci vedo, dovrei studiare e con la scuola abbiamo... litigato. Piuttosto procuratore, quello mi piacerebbe”.