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Emergenza Coronavirus, Gravina: “Taglio ingaggi dei giocatori? Non sia un tabù, la crisi vale per tutti”

Le dichiarazioni del numero uno della FIGC, Gabriele Gravina, relative alle conseguenze dell'emergenza Coronavirus nel calcio

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Il mondo del calcio riflette sui possibili scenari futuri.

Un'emergenza sanitaria che ha messo in gionocchio l'Italia, ma anche il calcio. Le complicazioni sportive dettate dell'emergenza coronavirus non accennano ad attenuarsi e così, i danni economici dovuti allo stop dei campionati, dovranno essere attutiti anche grazie ai cospicui stipendi dei giocatori di Seri A. Ad averlo annunciato è il numero uno della FIGC, Gabriele Gravina, intervenuto nel corso del programma "Tutti convocati" - in onda sulle frequenze di "Radio24".

"Tagliare gli ingaggi? In questo momento di emergenza non è un tabù. Credo che ci dobbiamo mettere tutti attorno a un tavolo. La crisi e l'emergenza valgono per tutti e anche il nostro mondo deve avere la capacità di essere unito. Siamo chiamati a un gesto di grande responsabilità dando contenuto a quel contenitore chiamato solidarietà". 

Tra gli spinosi temi su cui Gravina si è espresso nel corso dell'intervista, anche quello relativo al calendario. Nel caso in cui l'emergenza coronavirus dovesse rientrare e l'ipotesi di giocare campionati e coppe il 2 maggio dovesse concretizzarsi, resta da rispettare la data del 30 giugno imposto dalla Uefa per l'assegnazione dei trofei. "Nel caso si dovesse slittare avanti di una settimana, necessariamente andremo a luglio", ha ammesso il numero uno della FIGC.