serie d

Di Piazza: “Ci piacerebbe poter completare il campionato ma per adesso ci sono questioni più importanti del calcio”

"E' difficile prevedere se finirà o meno il torneo. Inizialmente era stata ipotizzata la data del 3 aprile per la ripresa, poi quella del 3 maggio. Adesso fare previsioni è azzardato"

Mediagol92

"È una mia iniziativa personale e naturalmente la disgrazia che stiamo attraversando è eclatante. Due o tre mesi fa non avremmo mai potuto prevederla, per New York è un po’ come l’11 settembre del 2001, che però è stato un solo giorno e non ha avuto questa portata globale".

Inizia così l'intervista rilasciata ai microfoni de Il Giornale di Sicilia dal vicepresidente del Palermo Calcio, Tony Di Piazza. L'imprenditore italo-americano nei giorni scorsi ha donato 10mila euro al suo comune di nascita, San Giuseppe Jato, un paesino in provincia di Palermo, per aiutarlo a superare il momento di difficoltà legato al virus Covid-19: "L’emergenza sta mettendo in ginocchio tutto il mondo e posso immaginare l’effetto che possa avere su un paese come San Giuseppe Jato. So che il mio gesto non risolverà i problemi, ma è un modo anche per mostrare la mia vicinanza".

La crisi sanitaria sta mettendo in ginocchio tutta la popolazione mondiale ed ha portato, tra le altre cose, alla sospensione di tutte me manifestazioni sportive, comprese le gare del suo Palermo: "A questo punto è difficile prevedere se finirà o meno il torneo. Inizialmente era stata ipotizzata la data del 3 aprile per la ripresa, poi quella del 3 maggio, ma onestamente è azzardato fare previsioni, visto come stanno andando le cose. Direi di aspettare e lasciare le decisioni alla Lega".

Il campionato dei rosanero si è interrotto con la formazione di Pergolizzi in vetta alla classifica con ben sette lunghezze di vantaggio sull'inseguitrice Savoia: "A noi farebbe piacere poter completare il campionato ma ci sono questioni molto più importanti del calcio in questo momento. In America lo sport si è fermato al primo caso di positività, in Nba, ma anche qui purtroppo abbiamo tardato nel reagire. Solo da due-tre settimane si è iniziato a fare qualcosa, poteva esserci una reazione migliore, ma è facile parlare col senno di poi".