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Coronavirus, Fassone: “Stop ai campionati, testa alla prossima annata. Club in crisi? Rispondo così”

Il dirigente sportivo Marco Fassone dice la sua in merito alla possibilità di ripresa dei campionati a seguito dell'emergenza Coronavirus

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Marco Fassone dice no alla ripresa dei campionati.

L'emergenza Coronavirus in Italia e i conseguenti decreti restrittivi emessi dal Governo italiano per evitare la diffusione del contagio hanno causato il blocco di tutte le attività agonistiche. L'inizio della "fase 2" dell'epidemia, tuttavia, è adesso imminente e, per questa ragione, si attendono degli allentamenti delle norme comportamentali. Anche il mondo del calcio, così, si continua a confrontare, in attesa di disposizioni ufficiali, circa la possibilità di riprendere i campionati delle varie categorie, in modo graduale e rispettando le misure di sicurezza necessarie. I pareri espressi dai diversi esponenti del mondo dello sport, tuttavia, sono ancora in contraddizione.

L'ex dirigente di JuventusInter Milan, in un'intervista rilasciata ai microfoni di TMW, ha detto la sua in merito alla possibilità di portare a termine i campionati, anche andando ben oltre i termini prefissati, preservando la salute di giocatori e membri dello staff.

"Tutte le Federazioni si sono espresse da tempo sul fatto di poter chiudere i campionati. Ma tra la volontà della Uefa di completare le stagioni e la situazione di alcuni Paesi, vedi l'Italia, ce ne passa ancora di tempo per arrivare ad una conclusione. La pura e semplice valutazione economica non credo neanche sia così favorevole sul fatto che il campionato si debba completare. Si dovrebbero pagare il 100% dei costi ma non si avrebbe il 100% dei ricavi. Le trattative con sponsor e televisioni porterebbero a dei cali, perché il prodotto offerto sarebbe diverso. Anche l'aspetto puramente economico sarebbe da metterlo sulla bilancia. Inoltre c'è il piano della sicurezza e della salute. Non credo inoltre che l'AIC sia contenta di sottoporre ad isolamento duro i calciatori. E questi controlli così serrati e costosi per ripartire non so se siano compatibili con quello che sta vivendo il Paese. Sarebbe meglio interrompere il campionato e concentrarsi sulla prossima stagione. Abbiamo i grandi club che hanno capitali sufficienti per affrontare la crisi. Ci sono quelli piccoli che vivono del trading dei calciatori. Se la stagione dovesse terminare, credo che il buonsenso delle parti porterebbe tutti a mettersi attorno ad un tavolo e a discutere. Si arriverebbe a ridurre i costi, così come quelli d'affitto che le squadre pagano per gli stadi. E credo si possa trovare accordo con tv e sponsor. So che i club hanno difficoltà finanziarie, ma sarebbe una situazione transitoria e molte cose si sanerebbero con il mercato estivo. Il grosso del problema nasce dal pagamento dell'ultima parte dei diritti tv, che ancora impattano per oltre i due terzi sui bilanci dei club. Molte delle squadre di Serie A hanno l'abitudine di anticipare i ricavi con le banche e hanno già beneficiato e speso questo denaro, la cui ultima rata è in discussione. C'è da ridurre i costi in base all'introito dell'ultima rata. Un eventuale indebitamento potrebbe precludere l'iscrizione al prossimo campionato ma le Federazioni hanno già detto di volere rivedere questi parametri per la prossima stagione. Almeno per la Serie A il rischio non c'è. Ma diversa storia è per Serie B e LegaPro, che hanno una dipendenza dai ricavi da botteghino molto maggiore e inesistente per quanto riguarda i diritti tv. In quel caso va tutto sulle spalle del presidente-imprenditore il ripianare i debiti. Queste società le vedo a rischi. Se ci fossero certezze, direi che dovremmo andare avanti. Ma abbiamo quasi la certezza che non ci sia possibilità di dare le risposte necessarie. Invece di aspettare un mese, si dia la certezza sull'inizio del prossimo campionato. Lo stop and go non può esserci per il calcio come per altri settori. Spero che se ripartiremo il 4 maggio, in 4 mesi si potrà superare la situazione. Un conto è una quarantena a casa e un conto quella in ritiro. Credo che le paure non ci sarebbero se i campionati ripartissero a fine agosto".

A proposito, invece, degli altri campionati europei: "I tedeschi sono organizzatori eccellenti. Non c'è solo c'è il protocollo ma anche date e possibili soluzioni a problematiche che potrebbero insorgere. Inoltre il Paese è stato toccato in maniera decisamente minore rispetto ad altri. Sono sicuro che ricominceranno. Stessa cosa potrà fare l'Inghilterra. I campionati con maggiori criticità sono il nostro, quello spagnolo e francese. Ora abbiamo capito anche la Uefa accetterebbe modalità diverse di chiusura dei campionati".