serie a

Caso Miccoli, le motivazioni della Corte d’appello: “Amico del nipote di Messina Denaro”. L’ex calciatore: “Sei come Spatuzza”

PALERMO, ITALY - MAY 06:  Captain Fabrizio Miccoli of Palermo answers questions during a press conference at Campo Tenente Onorato on May 6, 2013 in Palermo, Italy.  (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

Miccoli gli aveva "procurato diversi biglietti per assistere alle partite del Palermo", consentendogli "con la propria intercessione, di assistere a Boccadifalco all’allenamento della squadra"

Mediagol92

Le motivazioni.

La Corte d'appello del tribunale di Palermo lo scorso 8 gennaio ha confermato la condanna a tre anni e sei mesi per estorsione aggravata per Fabrizio Miccoli, ex attaccante e capitano del Palermo. L'ex numero 10 rosanero infatti "era entrato in grande confidenza e in rapporti di amicizia pure con Francesco Guttadauro, nipote del noto capomafia latitante Matteo Messina Denaro e figlio di Filippo, detenuto per reati di mafia" e la loro frequentazione fu "una libera scelta", si legge nelle motivazioni.

Oltre a Guttadauro jr, Miccoli frequentava Mauro Lauricella, figlio del boss Antonino, detto lo "Scintilluni", anch'esso condannato in un'altra tranche dello stesso processo - scrive l'edizione odierna de Il Giornale di Sicilia -. La questione girava attorno ad una somma dovuta da un imprenditore a un ex fisioterapista del Palermo e Miccoli, per aiutarlo, secondo quanto affermato dallo stesso calciatore, aveva chiesto aiuto a Lauricella "per le sue conoscenze nell’ambito della movida". Il collegio, in realtà, spiega che Miccoli aveva già chiesto il suo aiuto per un problema avuto con il proprietario di una casa in cui aveva abitato.

Per quanto concerne il nipote di Messina Denaro, l'ex capitano del Palermo gli aveva procurato diversi biglietti per vedere le gare dei rosanero e "con la propria intercessione, di assistere a Boccadifalco all’allenamento della squadra". "Sei come Spatuzza", aveva scritto Miccoli a Guttadauro, che puntualmente rispose: "S..., Buscetta". Infine, evidenzia il collegio nelle motivazioni, vi erano anche rapporti tra Guttadauro e Lauricella. E Miccoli ne era a conoscenza. Tant'è che nella vicenda estorsiva: "Miccoli chiese a Lauricella di intervenire perché conosceva l’autorevolezza che all’amico derivava dal fatto di essere il figlio del latitante mafioso Antonino e dall’essere in contatto con altri soggetti che si muovevano nel medesimo ambito, come Nicola Milano e Francesco Guttadauro".