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AIC, Calcagno: “Non c’è tranquillità, bisogna garantire incolumità ai giocatori”. E sugli Europei…

Il vicepresidente dell'AIC, Umberto Calcagno, commenta le ultime vicende che hanno coinvolto il calcio italiano a seguito dell'emergenza Coronavirus

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L'Italia sta provando ad affrontare, anche nell'ambito sportivo, l'emergenza Coronavirus.

Tra rinvii, porte chiuse e provvedimenti dell'ultimo minuto, il calcio italiano sta prendendo le necessarie precauzioni per proseguire i campionati con regolarità, preservando la salute pubblica di giocatori, membri dello staff e tifosi. La Serie A, a partire da questo weekend, andrà avanti senza pubblico fino a data da destinarsi. Intanto, il Governo ha disposto alle società i dovuti controlli e le giuste misure cautelari.

Umberto Calcagno, vicepresidente dell'Associazione Italiana Calciatori, intervenuto ai microfoni di Stadio Aperto in onda su TMW Radio, ha detto la sua in merito alla situazione: "La tranquillità non c'è. Ci sono percezioni differenti, è ovvio che la tutela della salute è il bene primario da perseguire. Le delibere del Governo permettono di giocare a porte chiuse e monitoriamo che tutto sia seguito a livello sanitario. Poi non sappiamo cosa accadrà, speriamo si possa finire i campionati, ma la regolarità degli stessi viene comunque dopo la salute degli atleti e di chi lavora accanto a loro. Possibilità di contagio in Serie A? Sarebbe da valutare di volta in volta. E' successo alla Pianese, dove sono state attivate tutte le procedure. Potrebbe comportare delle problematiche. Dobbiamo garantire come sistema federale l'incolumità delle persone e poi la regolarità del campionato. Nel caso si dovrebbe rimodulare tutto e capire come non falsare il campionato. Saremo molto attenti e vigili nel prendere le decisioni più appropriate. Stiamo portando avanti un campionato con grande responsabilità, ci sono ovviamente interesse economici grandi, ma deve essere valorizzato ciò che stanno facendo ora i giocatori. Tutti ci auguriamo di poter continuare questo spettacolo, ma sempre stando attenti e monitorando la situazione".

A proposito, invece, delle precauzioni da seguire: "Ci sono protocolli ben precisi che sono stati varati. Noi, in stretto contatto con l'associazione dei medici sportivi, monitoriamo che nel mondo professionistico che vengano rispettate tutte le direttive del Governo. E' difficile mantenere un metro di distanza in allenamento o negli spogliatoi, un rischio in più per i calciatori c'è e si percepisce, per questo va valorizzato quanto stanno facendo i calciatori. Per ora è un rischio calcolato, ma se dovesse cambiare qualcosa, rimoduleremo anche noi le nostre decisioni. Europei? Mi affido a chi se ne intende più di noi. Dobbiamo tenere in considerazione qualsiasi ipotesi. La situazione attuale prevede porte chiuse e si spera in qualche settimana di tornare alla normalità. Se così non dovesse essere la Uefa ripenserà a tutte le competizioni. Inutile però creare allarmismo, ma non va neanche sottovalutata la situazione. A noi interessa però la salute degli atleti e garantire gli eventi, finché la situazione lo permette".