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AIC, Calcagno: “No a gare ogni 3 giorni e orari pomeridiani, svelo perché. Stipendi? Rispondo così”

Le dichiarazioni del vicepresidente dell’AIC, Umberto Calcagno, in merito ad alcune idee relative alla ripresa della Serie A

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Protocolli sanitari, calendari e contratti.

Il calcio italiano si sta preparando a ripartire dopo lo stop dettato dall'emergenza Coronavirus. I campionati professionistici, secondo le volontà del Governo e dei vertici sportivi, riprenderanno, anche se non si conoscono ancora tempi e modalità. I temi caldi sono ancora tanti: dalle date e gli orari delle gare fino a ciò che potrà accadere a fronte di un caso di contagio. Dettagli fondamentali che dovranno essere chiariti al più presto e che intanto continuano a generare numerose discussioni.

A tal proposito, il vicepresidente dell'AIC Umberto Calcagno, dando voce ai calciatori di Serie A e non solo, si è espresso in merito ad alcune idee per la ripresa proposte nei giorni scorsi: "L'orario delle 16,30 per le partite estive è sbagliato e siamo contrari. Inoltre giocare ogni tre giorni sottoporrà i calciatori a rischi maggiori da un punto di vista fisico, oltre alle criticità legate alla quarantena forzata, nel caso di una positività, prevista tuttora nei protocolli. Per quanto riguarda le norme di iscrizione ai campionati non si riescono a trovare soluzioni condivise. Spostare il controllo dei pagamenti degli emolumenti rischia di lasciare molti calciatori senza stipendio per cinque mesi. Fare le cause sui pagamenti degli stipendi di marzo e aprile non è la chiave giusta per noi. Sotto questo punto di vista non si sta creando l'ambiente migliore per la ripresa".