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Ripresa Serie A, Gastaldello senza filtri: “Una forzatura, i rischi sono tanti. Stipendi? Non siamo tutti CR7…”

Le dichiarazioni rilasciate dal capitano del Brescia: "Giocare così tante partite, con temperature alte, non sarà semplice"

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Parola a Daniele Gastaldello.

Il capitano del Brescia, intervistato ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport', ha detto la sua in merito alla possibile ripartenza del campionato di Serie A, attualmente sospeso a causa dell'emergenza Coronavirus. Nel dettaglio, l'esperto difensore originario di Camposampiero non concorda con la ripresa del torneo. "Rispetto a qualche settimana fa non ho cambiato idea. Riprendere il campionato per me è una forzatura. E non perché io abbia paura del coronavirus o che possa 'uscire' qualche positivo tra i calciatori, ma si va incontro a dei rischi per l'incolumità dei calciatori. Ho sempre detto che se siamo ultimi in classifica meritiamo di retrocedere. Il calcio deve tornare ad essere una passione, ma in questo momento la passione sta passando: ci sono altri interessi che prevaricano la passione per il calcio", sono state le sue parole.

PLAYOFF - "Giocare così tante partite, con temperature alte, non sarà semplice. Giocare alle 16.30 è una cosa scandalosa, non è fattibile. Non so in che modo poi bisognerà stabilire titoli, promozioni e retrocessioni. Dico solo che deve fermarsi, poi ci sarebbe il tempo per decidere. Playoff? Non sono d’accordo neanche su questo perché si va a modificare un regolamento a campionato in corso. Forse la gente nel resto d'Italia non si rende conto di quello che è successo qui in Lombardia. E' stata una cosa gravissima, abbiamo avuto tantissimi morti. La gente mi ferma per strada e mi chiede perché si pensi a riprendere a giocare e li capisco, hanno perso persone care", ha concluso.

CALCIATORI E STIPENDI -"I calciatori non sono stati chiamati in causa? Questa è una cosa di cui ho parlato anche con Tommasi, mi ha colpito molto. Anche sul protocollo non ci hanno tirati in causa ed è sbagliato perché noi siamo i primi che dobbiamo attuarlo, in questo momento dobbiamo stare zitti e giocare ma non è giusto. Gli stipendi? Noi siamo stati pagati regolarmente. Visto che l’opinione pubblica parla tanto dei calciatori che sono dei privilegiati, ce ne sono altri che non giocano in Serie A, ma nelle categorie inferiori, che guadagnano il minimo sindacale e devono mantenere delle famiglie. Loro devono essere pagati. Non bisogna generalizzare, non siamo tutti uguali a Cristiano Ronaldo", ha concluso.

Le date per la possibile ripresa del campionato - come annunciato nella giornata di ieri dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora - restano quelle del 13 o del 20 giugno. "Giovedì decideremo insieme con Figc e Lega se e quando riprendere", le parole del Ministro ai microfoni del Tg3.

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