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Milan, Theo Hernandez a 360°: “Maldini, Ibrahimovic, Pioli, Zidane e la Francia. Vi dico tutto”

AS Roma v AC Milan - Serie A

Le dichiarazioni del terzino rossonero alla vigilia di Milan-Napoli

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La freccia rossa.

Il terzino in forza al Milan di Stefano Pioli, Theo Hernandez, ha dimostrato di essere un vero e proprio trascinatore nonostante la sua giovane età. Cavalcate prolifiche, gol, assist e tanto altro. Quando non è disponibile per essere schierato nell'undici titolare, la sua assenza si fa sentire ed è pertanto che il coach della franchigia rossonera decide di rinunciare difficilmente al difensore francese. L'ex terzino del Real Madrid si è raccontato ai microfoni di ‘SportWeek’. Di seguito, le sue dichiarazioni.

Voglio essere il migliore e devo andare giusto su questa strada e non mi devo accontentare. Sono così. Cosa penso quando punto la porta? Non penso, vado a fare gol. Mi piace molto fare gol. Ne devo fare almeno 8, uno in più dell’anno scorso. Non mi è sempre venuto così facile. Ho cominciato qua, al Milan. Perché Pioli mi dice di andare avanti, di spingere. E dopo anche di tornare indietro. Allora spingo e quando vedo la porta, tiro. Poi c’è Ibra che urla, perché vuole lui la palla. Zlatan ci ha dato coraggio, ci dà tanti consigli e qualche volta ci rimprovera anche (ma sempre per motivarci). Quando sono tornato dalle vacanze, mi ha detto: dove vai con 90 chili qua? Ero un po’ ingrassato… Ma mi ha anche detto che sono forte e che devo diventare il migliore, ma che devo lavorare tanto. Noi gli andiamo dietro, e in allenamento diamo tutto, sempre. Tutti insieme. È stato un anno incredibile, stiamo facendo un anno incredibile. E il merito è di tutti”.

E su Pioli: "Se è più simpatico di Zidane? Sì, hai visto le stories? Ci divertiamo. Lui è forte. Anche Zidane è simpatico, ma parla meno. Il Real Madrid? Forse ero troppo giovane, se non giochi è difficile dimostrare. Pioli mi ha dato subito fiducia. Ed io mi sono esaltato”.

Theo Hernandez ha poi parlato anche del ds rossonero, Paolo Maldini: "Per convincermi ci ha messo il tempo di un caffè. Mi ha chiamato e mi ha raggiunto a Ibiza, io non ci credevo… è un mito per me, lo è sempre stato. Ed è importante ogni sua parola. Come Marcelo al Real”.

Chiosa finale sul tecnico della Nazionale francese, Deschamps: "Sto aspettando, non mi ha ancora chiamato. È un sogno per me giocare con mio fratello con la maglia della Francia. Ho detto no all’Under dei Galletti? Ero piccolo, non mi rendevo conto di quanto fosse importante. Da due anni, da quando sono qui, sto giocando anche per andare in nazionale. Ho sempre il telefono in mano”.