Situazione spinosa in Serie B, a meno di un mese dall'inizio ufficiale del torneo fissato per il 19 agosto, mancano ancora due squadre all'appello, nonostante l'annuncio dei nuovi calendari 2023/24. Lo scorso Consiglio Federale ha rigettato il ricorso del Lecco, facendo riferimento alle scadenze perentorie non rispettate dal club del patron Paolo Di Nunno. Queste le sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di "Antenna Sud" in attesa di conoscere l'esito della sentenza del TAR dopo la lunga udienza svoltasi nella giornata di ieri:
SERIE B
Lecco, Di Nunno. “Mi spetta la Serie B! Io non ho rubato come Brescia e Perugia”
"Sto una merda, non ci sono altre parole, mi stanno ammazzando, mi stanno costruendo la bara. Io non pago per gli errori degli altri. Io il 17, tre giorni prima della finale, ho inviato una PEC a Figc e Lega B scrivendo che non sarebbe stato possibile dopo la finale, in caso di vittoria, avere tutta la documentazione. E ora che faccio? Serie D? Non accetto nessuna alternativa alla Serie B, io ho vinto sul campo, il calcio è sporco, è pieno di corrotti. Mi hanno preso in giro. Prima hanno spostato la finale playoff, il signore del Perugia si è messo a fare il grande, quando è il primo a non avere diritto al ripescaggio perché non era in regola con lo stadio neppure lui. Come fa a essere ripescato in B?. Il problema campo? Galliani del Monza mi aveva dato l’ok e poi è sparito e ho chiesto ospitalità anche a Cellino del Brescia. A me spetta la B, non ho rubato come Perugia e Brescia, mi assumo le responsabilità di quello che dico e i club di B sono tutti con me, non voglio niente dagli altri ma nessuno deve andarmi contro. Slittamento dei campionati? Non sarebbe giusto, sarebbero penalizzati tutti. Ho il mercato bloccato, nessuno più mi risponde al telefono. Non posso fare mercato ma ho la squadra in ritiro, io ho il certificato che sono in Serie B, ero nel calendario, poi siamo diventati una ‘Y’. Devono farmi fare la squadra, ho bloccato tutte le trattative, sia in entrata che in uscita, è gravissimo. Volete sapere un’altra cosa? Nessuno mi risponde più al telefono, nessuno dei rappresentanti del calcio nazionale, andrò avanti fino alla fine in questa battaglia".
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