Cesare Prandelli saluta il Genoa.
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Genoa, Prandelli saluta: “Ringrazio tutti, nessuna polemica. Ecco cosa non ha funzionato”. E sul futuro…
Le dichiarazioni di Cesare Prandelli in merito alla scelta di rescindere consensualmente il contratto con il Genoa
È terminata l'avventura del tecnico originario di Brescia sulla panchina rossoblù, che lo ha accolto a dicembre a seguito dell'esonero di Ivan Juric. L'allenatore ha rescisso consensualmente il proprio contratto con il club ligure e verrà sostituito da Aurelio Andreazzoli.
Intervenuto in conferenza stampa al fine di salutare la città in cui ha vissuto in questi mesi, Cesare Prandelli ha fatto il punto sulla stagione conclusasi con una salvezza agguantata con fatica:
"È un divorzio consensuale. Volevo assolutamente ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con me, persone serie e molto capaci. Da parte mia non ci sarà nessun tipo di polemica. Voglio lasciare questa società e questa città nel miglior modo possibile. Ci sono magari due pensieri diversi che non si trovano sulla stessa strada. Quindi, in maniera civile, educata e rispettosa ognuno prende la propria strada. E' chiaro che avrei voluto iniziare una stagione con due mesi di tempo per plasmare la squadra. Durante le stagioni è sempre molto complicato. Ci ho creduto, perché pensavamo di costruire qualcosa di importante e forse ci stavamo riuscendo perché qui ci sono persone capaci e serie ma soprattutto hanno la maglia del Genoa tatuata sulla pelle. Volevamo condividere un progetto, una gestione. Portiamoci a casa questa salvezza. Era una sfida difficile ma la piazza è straordinaria. Il tifoso è un tifoso particolare che va preso per mano. Questa è una piazza dove chi scende in campo deve essere un guerriero e se riesci ad unire queste forze puoi fare qualcosa di importante. Genova ha una grande potenzialità. Bisogna cercare di riavvicinare le forze, non allontanarle. Io sono sempre per affrontare tutti i problemi in maniera diretta ma vedo che il calcio moderno sta allontanando i tifosi, parlo in generale, e questo non va bene".
Un occhio ancora al passato e, in particolare, alla cessione di Krzysztof Piątek a gennaio, che ha cambiato la stagione dei rossoblù:
"Una squadra che deve cercare di salvarsi deve avere la certezza di quei giocatori che in area di rigore ti possono dare un aiuto. In quel momento però bisogna pensare a qualcosa di diverso però quando si parla di bilanci l'allenatore deve fare un passo indietro, non può obiettare. Io ho detto di poterlo sostituire con un giocatore che conosce il campionato italiano. Poi io sono stato un aziendalista assoluto, ho ereditato una situazione decisa da altri. L'unico rimpianto è forse non aver iniziato una stagione dall'inizio".
Infine, una battuta sul suo futuro:
"Non ho pensato a nulla se non quello di venire a salutare le persone con cui ho condiviso questi mesi. In questo momento non desidero nulla. Voglio ritrovare un po' di serenità e vedere il calcio in maniera un po' distaccata perché tante volte ci prendiamo troppo sul serio. Alla fine è un gioco e le cose serie sono altre".
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