Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

palermo

Caso Miccoli, la condanna per estorsione e quella frase su Falcone: ora l’ex Palermo rischia il carcere

PALERMO, ITALY - MAY 06:  Captain Fabrizio Miccoli of Palermo answers questions during a press conference at Campo Tenente Onorato on May 6, 2013 in Palermo, Italy.  (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

L’ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, è stato condannato dalla Corte d’Appello a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso

Mediagol22

Ha perso la partita anche questa volta e adesso la situazione si mette davvero male 

L’edizione odierna del ‘Giornale di Sicilia’, all’indomani della sentenza della Corte d’Appello in merito al processo che vede coinvolto Fabrizio Miccoli, ha analizzato la posizione in cui si trova l’ex attaccante. L’ex capitano del Palermo, infatti, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Una sentenza che conferma quella di primo grado emessa con il rito abbreviato. L’accusa è di avere esercitato pressioni su un imprenditore per un presunto debito con il sostegno di Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa.

Con una pena del genere, qualora non ci fossero novità nel terzo grado di giudizio, per Miccoli si legge tra le righe del noto quotidiano — sarà impossibile evitare la reclusione per una condanna che tra l’altro prevede l’aggravante di mafia. (...) Miccoli sta pagando a caro prezzo rapporti di frequentazione assidua con personaggi legati a esponenti di Cosa nostra, contatti ambigui con il figlio di un mafioso latitante per recuperare un credito e poi la famosa frase su Falcone, definito «un fango». Quella frase sciagurata, peraltro detta proprio mentre stava passando con la sua macchina davanti all’abitazione di via Notarbartolo dove visse il giudice ucciso dalla mafia, ha avuto un peso non indifferente nel processo ed ha fornito una immagine radicalmente diversa dell’ex calciatore. A nulla sono poi valse le sue scuse, pronunciate tra le lacrime. Il sostituto procuratore generale Ettore Costanzo fra gli elementi utilizzati nella requisitoria ha citato non solo questa frase ma pure altri vocaboli che Miccoli utilizzava abitualmente nelle conversazioni per qualificare alcuni personaggi, come «sbirri» e «carabinieri»”.

Intanto, i legali di Fabrizio Miccoli hanno annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione, affermando che il loro assistito è estraneo ai fatti. Soltanto una più lieta sentenza nel terzo grado di giudizio potrà scongiurare per l’ex giocatore il rischio di finire in carcere.