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Potenza, pres. Caiata: “Nessuno ha le p***e di fermare i campionati, svelo mia idea di riforma del calcio”

Il presidente del Potenza, Salvatore Caiata, dice la sua in merito alla ripresa dei campionati di calcio a seguito dell’emergenza Coronavirus

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Il futuro del calcio italiano è ad un bivio.

L’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus in Italia sta avendo importanti conseguenze nel mondo dello sport, dove le attività agonistiche sono state bloccate fino a data da destinarsi. Nei giorni scorsi si è iniziato a parlare di una possibile ripresa ma, ad oggi, non si ha una data ufficiale. Gli allenamenti di squadra, ad ogni modo, con l’inizio della “fase 2” dell’epidemia, potranno ripartire dal 18 maggio. Fondamentale, però, sarà valutare le possibilità che avranno i diversi club di mettere in sicurezza le proprie strutture, al fine di preservare la salute di tesserati e membri dello staff. Le necessarie norme igieniche e comportamentali, tuttavia, saranno difficili da rispettare nelle categorie minori.

Salvatore Caiata, presidente del Potenza, nel corso di una conferenza stampa social odierna, ha parlato del  futuro dei campionati italiani di calcio, scagliandosi a toni duri nei confronti dei vertici che non hanno ancora decretato lo stop definitivo.

Forse potremmo riprendere gli allenamenti il 18 maggio, ma ancora non è stato condiviso il protocollo, intanto che dalle altre parti del mondo i campionati sono stato sospesi. Spadafora adesso dovrebbe avere il coraggio di dire che non si può più riprendere a giocare. I campionati devono finire il 30 giugno, inutile si faccia del finto perbenismo: tutti vorremmo giocare, ma è inutile dire cose che non si possono fare. Speriamo semmai ci siamo le condizioni per riniziare a luglio il prossimo campionato, ma intanto dovremmo risolvere questo: nessuno ha le palle per fermare i campionati. Mi sto battendo su una riforma del calcio e dei campionati, la giusta riforma sarebbe quella di fare una Serie A e due gironi in Serie B, facendo finire li il calcio professionistico a 60 squadre. La C poi sarebbe, nel caso, semiprofessionistica, se fosse adottato questo provvedimento. Noi siamo a favore, cerchiamo di guardare oltre il nostro naso perché vogliamo un sistema sostenibile, altri difendono il proprio orticello screditando chi la pensa diversamente. Ma non credo che di questo si parlerà nella prossima assemblea, nel prossimo consiglio direttivo, più focalizzati nel capire se giocheremo e come andrà rivisto il minutaggio degli under”.

A proposito, invece, del futuro della sua squadra, che prima della sospensione delle attività sportive si trovava al quarto posto del campionato di Serie C.

Il prossimo anno ci saranno molti scompensi, avremmo forse bisogno di nuovi soci, anche del sindaco e della regione, e magari non riusciremo a ripetere il record dei punti, ma sia chiaro, il Potenza esisterà. Questa è una barca che non ha più benzina, ma noi siamo i capitani e non scendiamo: tutti quelli che condividono questa dichiarazione che abbiamo fatto a questa maglia devono aiutarci. Devono salire su questa nave con noi, per il pezzettino, anche piccolo, che possono. Perché noi il nostro campionato lo giocheremo, in ogni modo, e a testa alta, anche con la Berretti. Vogliamo costruire qualcosa che diventi comunità, senza ansia e stress: stringiamoci intorno alla nostra bandiera, saremo un progetto sociale”.