"Il virus è un treno che corre, oggi c'è bisogno di ulteriori riduttori della velocità, altrimenti questo treno ci viene addosso".
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Nuovo Dpcm, il premier Conte: “Non diamo schiaffi a nessuno. Tutto sul decreto ristori”
Le dichiarazioni rilasciate dal premier Giuseppe Conte
Parola di Giuseppe Conte. Oggi, venerdì 6 novembre, è entrato in vigore il Dpcm firmato nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio dei ministri. Con il nuovo decreto, dunque, la Sicilia è diventata zona arancione, con alcune attività costrette a chiudere (QUI I DETTAGLI). "Con queste misure che abbiamo introdotto, con questo piano che stiamo perseguendo, confidiamo che le restrizioni siano limitate a qualche settimana. Se riusciamo a contenere il contagio possiamo affrontare le settimane che ci aspettano con un margine di serenità", ha dichiarato il premier, intervenuto al mastershow 'Ristoranti, una questione politica', organizzato dal 'Corriere della Sera'.
RISTORI -"Come avrete visto ci siamo resi conto che i ristori messi in campo erano modesti e li abbiamo raddoppiati, moltiplicati. Chi ha già ricevuto dei contributi, li può raddoppiare. Faccio un esempio: un piccolo ristorante che nel precedente lockdown aveva ricevuto 2600 euro va a prendere 5200. Abbiamo moltiplicato i contributi a fondo perduto e rispetto alle nostre deliberazioni bastano all’agenzia delle Entrate un paio di settimane per accreditare i fondi sui conti correnti".
LE TRE AREE -"Oggi non è una giornata felice per molte aree. Sono misure che rischiano di deprimere tanti esercenti. Poi ci le zone arancioni, che sono anche penalizzate. Noi però non stiamo creando una deliberata volontà di penalizzare aree a discapito di altre. L’obbligo di mascherina era un primo riduttore di velocità, poi ne abbiamo introdotto un secondo ed un terzo, ma ci siamo accorti che il treno del virus non rallenta. E’ un sacrificio, però, che vogliamo che sia quanto più contenuto possibile nello spazio temporale. E se non intervenissimo i danni economici sarebbero ben peggiori", ha concluso Conte.
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