L'AIC si scaglia contro alcune società.
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Emergenza Coronavirus, l’AIC accusa: “Basta convocazioni! Club scriteriati, ecco perché. Il loro obiettivo…”
Il comunicato dell'AIC in merito alle convocazioni da parte di alcune società di calcio italiane dei loro tesserati per allenamenti o controlli
Il Governo, tramite il decreto emesso lo scorso 9 marzo, ha posto diverse restrizioni ai club dei campionati italiani al fine di evitare la diffusione del Coronavirus. I casi di contagio tra i giocatori, tuttavia, sono ormai numerosi: da Daniele Rugani agli otto membri della rosa della Sampdoria e i tre della Fiorentina. Alcune squadre, per questa ragione, si trovano in quarantena, mentre altre società, dopo la sospensione fino al 3 aprile delle attività sportive, hanno autonomamente scelto di interrompere gli allenamenti. Tuttavia, non tutte. L'Associazione Italiana Calciatori, infatti, ha denunciato a toni duri, tramite una nota ufficiale, le convocazioni da parte di alcuni club dei loro tesserati, per il prosieguo delle attività di preparazione atletica o per eventuali controlli.
"L’Associazione Italiana Calciatori in un momento delicato per il Paese è costretta suo malgrado a denunciare la paradossale situazione che si sta verificando in più di qualche club professionistico. Nonostante l’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha adottato con un Decreto misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale sino al 25 marzo 2020, ci rattrista e indigna registrare ancora oggi un comportamento scriteriato e fuori dal contesto nazionale e internazionale di alcune società calcistiche, che si ostinano a convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi o peggio ancora per il controllo quotidiano della temperatura.
Ora riteniamo che la situazione abbia una definizione ben precisa. Se i club convocano oggi in Italia calciatori per il solo fatto di controllare la presenza di febbre o meno, costringendoli a muoversi da casa, incontrare persone, frequentare ambienti per ottenere un dato facilmente comunicabile per telefono, è un atto vergognosamente irresponsabile nei confronti delle tante persone costrette a muoversi e a lavorare per consentirci un minimo di servizi necessari. È, inoltre, offensivo nei confronti di quanti sono in prima linea, medici, infermieri e personale sanitario, che ci implorano di rimanere a casa.
Se le società convocano gli atleti difendendosi con il DPCM (che permetterebbe gli allenamenti per atleti/atlete di interesse nazionale per la preparazione a competizioni nazionali e/o internazionali) devono spiegare quale sia l’interesse nazionale di tenere in forma atleti ed atlete che nella migliore delle ipotesi non riprenderanno l’attività prima di metà aprile! Questo significa che stanno vivendo su un altro pianeta.
Se, infine, la convocazione è volta ad ottenere il rifiuto dai calciatori per poter poi procedere con la decurtazione degli emolumenti significa che stiamo raschiando il fondo del barile della dignità. Tradotto oggi in Italia ci sono ancora società calcistiche che o sono vergognosamente irresponsabili, o vivono su Marte o sono privi di un minimo di dignità.
Cogliamo l’occasione per dare un grande abbraccio ideale ai tanti medici, infermieri e personale sanitario che in questi giorni e nelle prossime settimane avranno bisogno del supporto dell’Italia intera. Grazie da tutti noi!".
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