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Francavilla-Mediagol: “Coronavirus e Sanità al Sud? Parole di Conte fanno riflettere. Negli spogliatoi di una squadra di calcio succede…”

L’intervista esclusiva concessa dal dottor Cristian Francavilla, componente della Commissione Medico-Scientifica della Lega di Serie B, alla redazione di Mediagol.it

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Le norme comportamentali per prevenire e ridurre il rischio di contagio da Coronavirus applicate al mondo del calcio. Materia spinosa e complessa, affrontata con la consueta schiettezza e dovizia di particolari dal dottor Cristian Francavilla, nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it. L'ex Responsabile dell'Area Sanitaria dell'U.S. Città di Palermo, oggi componente della Commissione Medico-Scientifica della Lega di Serie B, nonché Professore associato e docente di Medicina dello Sport all'Università Kore di Enna, si produce in una disamina approfondita in merito alle ripercussioni che l'emergenza mondiale legata alla diffusione del Coronavirus può determinare nella gestione quotidiana degli atleti nel mondo dello sport.

"Se il Sistema Sanitario può andare in collasso al meridione? Quello che può succedere lo ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, decretando l'Italia tutta "zona rossa", sostenendo che la sanità del Sud non potrebbe reggere il carico dei contagi settentrionali. Il Premier ha anche aggiunto che non dobbiamo far si che al Sud si verifichi quello che è successo al Nord, perché la sanità non riuscirebbe a gestire il tutto. Parole che lette così possono sembrare parole dette da chi ci vuole aiutare, però, se c'è della verità nelle sue affermazioni, è anche vero che il Governo conosce i tagli alla sanità fatti in Sicilia. E questo mi fa riflettere molto. Nelle fisioterapie o negli spogliatoi di una squadra di calcio professionistica durante un pre-partita, sapete cosa succede? Gli spazi sono molto ridotti e i contatti ravvicinati tra i calciatori inevitabili. C'è stato chi ha detto che le bottigliette devono essere singole e nominate, giusto, ineccepibile. Ma quando io arrivai al Palermo, dove ho ricoperto l'incarico di Responsabile Sanitario del club per sette anni, ho subito predisposto che le borracce fossero distribuite personalmente con su inciso il  numero di maglia dei singoli calciatori. E non solo, ho ordinato anche che fossero suddivise per acqua e per sali minerali, in aggiunta a delle casse d'acqua personalizzate per rifornire subito chi avesse finito la scorta. Una piccola emorragia da trauma in bocca ad un giocatore può contagiare un altro giocatore, per esempio. C'è chi ha detto che non bisogna mangiare negli spogliatoi, ma negli spogliatoi non si mangia per una questione di igiene e se lo si fa è solo nel momento in cui finisce la gara, dove si distribuiscono cibi ricchi di carboidrati per recuperare le forze di chi ha giocato novanta minuti. Ma durante gli allenamenti non si deve assolutamente mangiare. L'Associazione Italiana Calciatori, inoltre, ci comunica di dover lasciare lo spazio di 8-10 giorni liberi ai professionisti ma sappiamo bene che su 28 atleti, otto di loro andrebbero in giro e altri 20 rimarrebbero a casa. Quindi si stanno cercando soluzioni alternative per creare logisticamente più spazio tra un giocatore e l'altro e dunque mantenere una linea di equilibrio, tenendoli impegnati perché l'inattività non è proficua sia per gli interessi dei club sia per loro stessi. Questa è l'altra faccia della medaglia".