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Coronavirus, Borrelli: “Se il virus riparte ci sarà inasprimento delle misure. Politica tamponi? Vi spiego”

Le dichiarazioni rilasciate da Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, in merito alle evoluzioni della "fase 2" dell'emergenza Coronavirus

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Parola ad Angelo Borrelli.

Lo scorso 4 maggio, in Italia, è formalmente iniziata la "fase 2" dell'emergenza Coronavirus. Il Governo, tramite il nuovo decreto, ha disposto, nel rispetto delle norme di sicurezza, una graduale riapertura del Paese, con la concessione alle persone di visitare i congiunti e di fare attività fisica anche lontano da casa. Bar e ristoranti, inoltre, potranno fare attività di ristorazione da asporto, oltre che a domicilio. Dalla prossima settimana, inoltre, riapriranno anche le attività commerciali a vendita al dettaglio. Il rischio di tornare alla fase precedente, con un nuovo aumento dei contagi, tuttavia, è per gli esperti da tenere attentamente sotto controllo.

A commentare l'evoluzione della "fase 2", in Commissione Affari Costituzionali, il capo della Protezione Civile: "C'è in corso - dice Borrelli - un attento monitoraggio. Ed è previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus. Tutti ci auguriamo, però, che seguendo i giusti comportamenti potremo limitare al massimo e successivamente annullare le misure. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) finché sarà operativo fornirà il contributo della scienza al decisore politico, dando tutto il supporto possibile. Ad oggi sono state costituite diverse task force. Una prima di 500 medici, una seconda di cui fanno parte 500 infermieri e una terza di 1.500 operatori socio-sanitari".

E sui tamponi: "Su tamponi e test non posso dare elementi, attengono al contenimento del virus. Avevamo evidenziato verso fine marzo una carenza di tamponi, ora non c'è più. La politica sui tamponi? Ci sono i criteri indicati fin dall'inizio dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la circolare del 3 aprile del ministero della Salute, che ha la responsabilità della prevenzione. I tamponi vanno fatti con priorità a sanitari, pazienti ospedalizzati e a coloro i quali hanno sintomi".

Infine, sulle mascherine: "Su 52 contratti per la fornitura di 354 milioni di mascherine, il Dipartimento della Protezione Civile ne ha annullati 13 per un totale di 37 milioni di dispositivi.Fin dall'inizio dell'epidemia ci sono state notevoli difficoltà per reperire i dispositivi. Da un lato è mancata una produzione nazionale, dall'altro la situazione dell'epidemia nel mondo ha bloccato la possibilità per i paesi maggiormente produttori (India, Turchia, Cina in un primo momento, Russia, Romania) di esportare tali prodotti. A questo dobbiamo aggiungere l'improvvisa chiusura del traffico aereo internazionale tanto che il Governo ha impiegato i velivoli dell'Aeronautica militare".