Ceferin ha affrontato le difficoltà in modo eccezionale, svolgendo un grande lavoro
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Superlega, Rummenigge: “Parlerò con Agnelli, facciamo calmare le acque. Ceferin? Mi ha chiesto una cosa”
Il CEO del Bayern Monaco, chiamato a ricucire il rapporto tra i 12 top club e l'UEFA
Karl-Heinz Rummenigge, amministratore delegato del Bayern Monaco, è intervenuto ai microfoni di Tuttosport, parlando della Superlega, progetto naufragato dopo neanche 72 ore dalla sua nascita. L’ex campione dell’Inter e della Nazionale tedesca, avrà il compito di fare da mediatore tra i 12 top club dell’iniziale progetto di scissione, l'Uefa e tutti il calcio europeo.
SUPERLEGA E DIETROFRONT -"Non ha vinto il Bayern e nemmeno Rummenigge, bensì il calcio vero. Quello di cui tutti siamo innamorati. Io sono conosciuto per essere un uomo di dialogo e non di guerra. Così il presidente della Uefa, Ceferin, mi ha chiesto di dargli una mano per risolvere i problemi e ripartire dopo giornate difficilissime per il mondo del calcio".
BAYERN MONACO, PSG E IL DIETROFRONT DELLE 12 FONDATRICI - "Ho 65 anni e nella mia vita ne ho viste tante. Non sono stati giorni facili, ma l’importante è che la storia sia chiusa. Quello che è successo dispiace a tutti, anche a chi ha fatto nascere la Superlega. Martedì sera ho sentito Ferran Soriano, l’ad del Manchester City, e oltre a confermarmi la ritirata si è scusato per l’accaduto. Dopo di lui, sono arrivate le scuse di tanti altri club. Si sono sbagliati di grosso, però non è quello che mi interessa ora. L’importante è uscire dalla crisi con intelligenza".
IL DIALOGO - "Aspettiamo che le acque si calmino, poi punteremo sul dialogo. Il presidente Ceferin, e io la penso come lui, mi ha ribadito nelle ultime ore che non ha intenzione di chiudere le porte in faccia a nessuno. Agnelli? Non so se la pace tra i due sarà possibile, Ceferin è molto deluso. Detto questo, la Superlega era composta da dodici squadre. Non solo da Agnelli».
DIALOGO CON AGNELLI - " Se sono riuscito a parlare con Agnelli? No, ma per mia scelta... Non è il momento di chiamarlo. Non è importante sentirsi velocemente. Meglio far sbollire la cosa. Poi capirò da Andrea le motivazioni che lo hanno portato a comportarsi in quel modo e con il dialogo ne usciremo tutti insieme. Non escludo nulla".
BAYERN E PSG MAI TENTATE DALLA SUPERLEGA -"L’atteggiamento del Psg di Nasser Al-Khelaifi è stato esemplare: abbiamo parlato tanto e né noi né loro, finalisti dell’ultima Champions League, volevamo la Superlega. Lunedì ho pensato a una Champions senza quei 12 club e mi faceva impressione: senza di loro, sarebbe mancata moltissima qualità. Ma resto convinto che la Superlega non avrebbe risolto nulla nel calcio, avrebbe fatto soltanto del male. La formula giusta è la nuova Champions, quella che partirà nel 2024, e che lunedì è stata approvata dall’Uefa. Possibilità che la nuova Champions possa essere anticipata? No, per una questione legale e di marketing. Ma il 2024 non è lontano e vedrete che la nuova formula sarà più divertente. Che i gironi attuali siano un po’ noiosi, lo sappiamo tutti: noi del Bayern spesso siamo qualificati dopo 4 gare. In futuro sarà dura anche per le big raggiungere la seconda fase. Sarà tutto più adrenalinico".
CHAMPIONS E JUEVENTUS -"Con la Super Champions approvata per il 2024, la Juventus probabilmente sarebbe ripescata per una questione di ranking anche arrivando quinta. In Germania si è discusso molto di questa novità, io resto molto indeciso. Sono stato un giocatore e per me la qualificazione è sacra".
IL CALCIO NON SI FERMA MAI - "Quello che è successo a Robert fa parte del calcio. Lo so che con Lewandowski probabilmente avremmo avuto più chance nei quarti di Champions contro il Psg, però io ho giocato nel Bayern, nell’Inter e nella Germania. Tenevo tantissimo alla Nazionale e so che è così anche per i calciatori di adesso. La solidarietà tra big, medio-piccole e Nazionali fa parte del calcio. Deve esserci maggior feeling tra tutti. Dobbiamo proteggere sempre di più le favole come quella dell’Ajax e dell’Atalanta".
FUTURO PRESIDENTE UEFA? - "Impossibile. Mi basta l’impegno nell’Esecutivo. Ho 65 anni, 5 figli e 6 nipoti... Ho in mente una pausa nella mia vita. E poi io sono un uomo da club, non da federazioni o istituzioni. I progetti non mi mancano per il futuro: ne ho uno molto bello anche con alcuni amici italiani".
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