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Boca Juniors, senti De Rossi: “In Italia stadi a pezzi e squadre inguardabili. Sogno di allenare gli Xeneizes, Maradona…”

Boca Juniors, senti De Rossi: “In Italia stadi a pezzi e squadre inguardabili. Sogno di allenare gli Xeneizes, Maradona…”

Le parole dell'ex Roma che ha chiuso la carriera agli Xeneizes

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Daniele De Rossi torna sulla sua esperienza al Boca Juniors.

L'ex capitano della Roma ha chiuso la propria carriera da calciatore agli Xeneizes dove è però rimasto solo qualche mese prima di tornare a casa dalla propria famiglia. L'ex centrocampista anche dell'Italia campione del Mondo 2006, nel corso dell'intervista rilasciata al programma F90 in onda su ESPN Argentina, ha confermato di seguire ancora i gialloblu e che spera di poter tornare un giorno alla 'Bombonera' da allenatore.

 BUENOS AIRES, ARGENTINA - SEPTEMBER 01: Daniele De Rossi of Boca Juniors looks on during a match between River Plate and Boca Juniors as part of Superliga 2019/20 at Estadio Monumental Antonio Vespucio Liberti on September 1, 2019 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Marcelo Endelli/Getty Images)

"Ho visto il Boca giocare nella Libertadores e nella Maradona Cup. Mi manca il Boca e l'Argentina. Ho molti amici qui, ho adorato tutto quello che ho fatto lì. La mia famiglia si è divertita, ecco perché il fatto di non poter più salutare amici mi rattrista. Al Boca mi sono goduto ogni minuto, soprattutto fuori dal campo. Perché non ho lasciato in campo quello che era nei miei desideri. Sono arrivato in Argentina pensando di sapere cosa fosse il Mundo Boca, ma la vita non smette mai di sorprenderti. Il respiro delle persone mi ha fatto innamorare, ho sempre guardato i tifosi dalla panchina. La gente ti incita sempre.: ricordo che un minuto dopo essere stati eliminati contro il River, la gente ha continuato a cantare. È stato indimenticabile. L'esperienzaNon è andata bene per me per molte ragioni. La cosa peggiore è stata che sono arrivato senza aver fatto la pre-season e credevo di essere ancora un super atleta, un super uomo, come quando avevo 25 o 28 anni, quando mi sarei abituato più velocemente. Ho rinunciato a tutto per essere pronto, ma ho subito un infortunio muscolare, che è qualcosa che ti capita a 35 o 36 anni ed è stato difficile per me tornare. Pensavo che il calcio argentino fosse diverso sotto l'aspetto tattico e tecnico e di struttura degli stadi. In Italia abbiamo stadi che stanno cadendo a pezzi e squadre che giocano in modo pessimo. Il livello in Argentina in generale è molto alto soprattutto tra i giovani. È un calcio molto dignitoso, rispettabile. Mi avevano consigliato di continuare al Boca, ma ho preso la decisione di tornare in Italia. Ho ringraziato Riquelme, Bermúdez, Cascini, lo stesso presidente. Ho spiegato loro la mia situazione. Era giusto che ne parlassi con loro e con i miei colleghi, che mi hanno aiutato Mi manca sempre il Boca, in Argentina, ma c'è qualcosa di più importante nella vita ossia la famiglia. E ci sono momenti in cui scegliere le cose. Ho dovuto scegliere e mi sono avvicinato a casa. Vorrei tornare al Boca da allenatore. Una volta ho incontrato Flaco Schiavi a Milano e lui mi ha detto. 'Non preoccuparti, prima tocca a me e quattro o cinque sei giocatori del Boca'. Sono giovane, posso aspettare. Ora non ce l'ho né il ruolo da allenare. Mi sto preparando e la mia avventura inizierà sicuramente in Europa. Se attraverserò di nuovo l'oceano sarà attraverso il Boca".

Lo stesso De Rossi ha poi detto la sua in merito alla scomparsa di Diego Armando Maradona che ha lasciato dentro di sé un vuoto incolmabile.

"La morte di Diego mi ha reso molto triste, penso che l'abbiamo presa tutti allo stesso modo. Chi lo conosceva, chi no, chi era suo amico come Ruggeri ... Era una persona molto speciale per via della sua vita da calciatore e del suo modo di interagire con le persone. Un amico mi ha scritto per raccontarmi la notizia e non potevo crederci. Oggi stento a crederci. Diego è un personaggio mitologico".