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Udinese, Gotti: “Non so se sia giusto riprendere. Polemiche? Siamo come in uno zoo variopinto”

Udinese Calcio v Torino FC - Serie A

Il tecnico dell'Udinese ha commentato la possibilità di riprendere il campionato durante l'emergenza Coronavirus

Mediagol52

Il parere di Luca Gotti.

Con l'ormai imminente inizio della "fase 2" dell'emergenza Coronavirus, prevista per il 4 maggio, il mondo del calcio sta continuando a confrontarsi circa la possibilità di riprendere i campionati delle varie categorie, al fine di portare a termine la stagione attuale senza la necessità di annullare tutte le competizioni in atto. Dopo la pubblicazione del protocollo da parte della FIGC, si sono rafforzate dunque le due fazioni che da mesi sono scese in campo: una favorevole al ritorno in campo, l'altra contraria a correre un rischio significativo per tutti gli atleti.

A commentare la possibile ripresa del campionato di Serie A è intervenuto Luca Gotti, tecnico dell'Udinese, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni ai microfoni di Radio Sportiva:

"Questa cosa riguarda l'Italia. Noi abbiamo tre giocatori italiani, ma alcuni stranieri che avevano le famiglie distanti sono tornati a casa, anche se l'Udinese è una delle squadre che ha tenuto più a lungo i giocatori stranieri in Italia. In altri Paesi le cose sono ben diverse, ci sono calciatori che si sono potuti allenare sul campo o in palestra, in Italia non si può fare. Ripresa? Io prima ancora della possibilità di riprendere il campionato avrei ragionato sul fatto se sia giusto o meno riprendere, che è una cosa un po' diversa. Non voglio entrare con un tono polemico su questa cosa qua, da allenatore mi piacerebbe provare a fare questa esperienza perché è una cosa mai provata prima, non ci sono i dati su come sarà riprendere dopo due mesi di divano, non due mesi di sosta, ma due mesi di isolamento a casa, eventualmente le cinque sostituzioni e il cambiamento di alcune regole. Ecco dal punto di vista professionale mi piacerebbe provare questa cosa, però questo non ha niente a che vedere col fatto se sia giusto o meno riprendere il campionato. C'è differenza tra ripresa degli allenamenti, quasi una necessità per gli atleti di alto livello, ma non è per nulla scontato che si possano fare le partite del campionato di Serie A. Mi dispiace che il focus dei media sia stato solo sulla Serie A, ma questo è solo l'1% del movimento. Va ripensato il calcio più in generale, quindi fare qualcosa anche per i settori giovanili e per i dilettanti, per il grande numero dei praticanti del nostro sport bellissimo. In una situazione come questa, di emergenza sanitaria e dal punto di vista socio economico, viene relativizzato il sentimento della passione che riguarda il calcio. Il sentimento anti calcistico l'ho visto più alimentato dalle polemiche che si sono create dalle singole componenti all'interno del mondo del calcio che ci fanno apparire come una sorta di zoo variopinto dove le opinioni sono contrastanti e spesso vanno a perseguire i singoli interessi di bottega. Detto questo il calcio è il ragazzo di 14 anni che va a giocare, lo sono i pulcini e gli amatori che si trovano a giocare la sera, il calcio ha tante altre sfaccettature".

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