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Trapani, Di Donato dopo l’addio: “Sono dispiaciuto, la città merita rispetto”. E sul suo futuro…

Le dichiarazioni rilasciate dall'ormai ex tecnico del Trapani

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"Io e il mio secondo eravamo partiti con voglia di fare bene e tanta carica".

Lo ha detto Daniele Di Donato, intervistato ai microfoni di 'TuttoMercatoWeb'. L'ex capitano del Palermo, dopo l'esperienza sulla panchina dell'Arezzo, aveva scelto di tornare in Sicilia e sposare la causa del Trapani. Tuttavia, la cessione da parte di Alivision del 10% delle quote all'imprenditore Gianluca Pellino ha determinato un vero e proprio ribaltone tecnico-dirigenziale imposto proprio nuovo patron, che ha scelto di esonerare il tecnico originario di Giulianova.

"Eravamo motivati, abbiamo sempre sperato fino alla fine che il Trapani tornasse in mano alla gente del posto. Abbiamo conosciuto una bellissima città, gente magnifica e una piazza dove con la giusta gestione si può fare un buon calcio. Alla società non è interessato l’aspetto sportivo. Ci sono state tante mancanze. Si sono allontanati dalla sede tutti i dipendenti. E oggi non si possono rispettare le normative anti Covid. Sabato scorso mi hanno fatto fare l’allenamento ma non c’erano le condizioni. Non avendo rispettato le normative anti a Covid potrebbe arrivare una penalizzazione? Non voglio pensare che siano sprovveduti fino a questo punto. Sono andato carico a mille e me ne vado dispiaciuto per non aver fatto il mio lavoro", ha dichiarato Di Donato.

"Porchia? Mi è dispiaciuto anche per lui. Aveva fatto un grande lavoro nel settore giovanile, il lavoro stava dando i suoi frutti. Lo avevano promosso direttore sportivo per meriti. Si stavano creando delle buone basi. Quando è entrato Pellino ha messo subito in chiaro le cose. Ad oggi il Trapani non si è quasi mai allenato, non si possono mandare ragazzi allo sbando dopo tre giorni. A me dispiace per i ragazzi e la città. Trapani merita rispetto da parte di tutti. Quando vedi che c’è solo una squadra non organizzata ad una settimana, come Lega, devi intervenire. Così ci rimette la città. Trapani merita rispetto. Adesso ci rimettiamo in gioco. Ho vinto un campionato con l’Arzignano e ad Arezzo abbiamo fatto un grande lavoro arrivando ai playoff che poi la società non ha voluto disputare: gli obiettivi sono stati raggiunti tutti", ha concluso.

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