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Dattilo, De Picciotto vuole il club per riportare il calcio a Trapani: “Ecco come stanno le cose”

Le dichiarazioni rilasciate dal noto imprenditore che per quarant’anni ha lavorato in Svizzera nel settore finanziario

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Parola a René De Picciotto.

Il noto imprenditore, pronto a rilevare il Dattilo e a riportare il calcio a Trapani, è stato intervistato ai microfoni de 'La Repubblica'. Per poter ufficializzare il passaggio di consegne, resta solo un dubbio legato all'attuale proprietà del club: il presidente Michele Mazzara, infatti, dovrà scegliere se restare all'interno della società, con una quota di minoranza, o cedere il cento per cento.

"Innanzitutto, io sono italiano e non svizzero, come continuano a dire di me. Sono stato 40 anni in Svizzera, ma mi sento italiano a tutti gli effetti. Ho investito in diverse parti del mondo e poi mi sono stabilito in Puglia. Che opinione mi sono fatto di Trapani? Ottima. La gente è molto gentile e accogliente. Il centro storico mi è piaciuto molto, meno il lungomare. Complessivamente, la mia sensazione immediata è positiva. Il mio ingresso nel calcio? Ho 77 anni, e da 60 seguo il calcio internazionale: mi è sempre piaciuto. Arrivato in Puglia, con molta fortuna e un po’ di talento, ho contribuito all’ascesa del Lecce, di cui sono socio, dalla serie C alla serie A", sono state le sue parole.

TRAPANI -"Come nasce il mio interesse nei confronti del Trapani? Due mesi fa mi, ha contattato una persona di Trapani, pregandomi di prendere in considerazione l’ipotesi di rilevare la società. L’idea ha destato subito il mio interesse, ma viste le carte mi sono accorto che c’erano 5 milioni di debiti. Sarebbe costato troppo, considerando anche cosa sarebbe stato necessario per approntare la stagione successiva. Poi, sapete bene com’è andata, come sono precipitate le cose del Trapani. Mi è stato suggerito di accorciare di un anno l’operazione attraverso il Dattilo, ed eccomi qua. Sono venuto senza idee preconcette, a guardare la situazione e valutare le possibilità concrete che offre questo territorio. Il mio interesse è anche per investimenti al di fuori del calcio, come del resto ho fatto a Lecce. Ho visto il palazzo della Banca d’Italia: faremo uno studio e inoltreremo un’offerta per l’acquisto. È chiaro che dobbiamo valutare proprio l’entità dell’offerta. Quanto al calcio, non dipende solo da me la conclusione felice della trattativa. Siamo in due a sederci intorno a un tavolo e a dover trovare un accordo definitivo. E poi, anche il ruolo del sindaco diventa importante in una situazione come questa. Ci deve essere, inoltre, il gradimento della piazza, dei tifosi. Una cosa del genere va fatta in modo elegante, senza imporre niente. Di sicuro, se si deve fare l’affare, non si deve perdere tempo".

TIFOSI -"Se potrei pensare ad un immediato rinforzo della squadra per puntare subito alla serie C? Tutto si può migliorare. Ma non mi faccia dire altro sull’argomento. Non mi sento di giudicare il lavoro fatto degli altri, ne ho sempre massimo rispetto. I tifosi? Io non voglio creare inutili illusioni. Capisco benissimo che la delusione è stata grande e le attese sono tante. Prima di parlare, però, bisogna portare a termine le cose. Dico solo che si deve essere ragionevoli. Oggi, è prematuro parlare di programmi", ha concluso De Picciotto.

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