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Torino, Cairo: “Debellare il Coronavirus una priorità. La Serie A doveva fermarsi prima”
Il presidente del Torino ha parlato della decisione del Governo di sospendere il campionato
L'emergenza per la diffusione del Coronavirus ha costretto il Governo italiano ha prendere misure molto restrittive, emanando un nuovo decreto annunciato dal Premier Giuseppe Conte: oltre a chiudere università, scuole, uffici pubblici e sospendere tutte le attività sportive (incluso il campionato di Serie A), tutti i cittadini dovranno restare chiusi in casa e limitare il più possibile le uscite per motivi di salute, lavoro o per acquistare beni di prima necessità.
Il campionato si è dunque fermato fino al mese di aprile, anche se non vi è ancora certezza sul futuro della Serie A: non è ovviamente ancora possibile comprendere se si riprenderà a giocare o se si dovranno prendere misure straordinarie per concludere anticipatamente la stagione. Tra le ipotesi prese in considerazioni dalla FIGC e della Lega ci sarebbe quella di consegnare lo scudetto alla Juventus, di far giocare un doppio scontro diretto tra i bianconeri e la Lazio o di non assegnare a nessuna squadra il titolo.
A commentare la decisione del Governo è intervenuto il presidente del Torino, Urbano Cairo, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante la trasmissione "Otto e Mezzo", in onda su La7: "Le ultime misure del governo sono più efficaci delle precedenti, ma mi ha colpito la crescita esponenziale dei contagi. Ora servono metodi drastici, io l'ho chiamato Cinese perché lo hanno sperimentato a Wuhan. Inasprire le misure è una decisione da considerare. Debellare il virus velocemente deve essere la priorità. Le forze politiche? Oggi credo che chi ha buone idee le deve buttare sul tavolo, l'importante è superare velocemente il problema. Il governo ha deciso di sospendere il campionato, decisione giusta che forse poteva essere presa prima, vediamo come si svilupperà la situazione e se la Serie A potrà riprendere, altrimenti la vedo molto difficile. È una derivata comunque di un'altra situazione ben più importante".
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