"Mio padre mi disse: 'Se non esci dal campo stanco morto, non hai dato tutto'".
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Belotti: “Dal record spezzato a Buffon, ai 400mila euro a cui rinunciai in rosanero. Nel 2017 mi sposerò a Palermo”
Il Gallo si racconta in un'intervista particolare a 'La Gazzetta dello Sport': una volta ripercorse le tappe fondamentali della sua carriera, il centravanti del Torino racconta i suoi propositi per il futuro.
Inizia così un'intervista-fiume che Andrea Belotti ha rilasciato quest'oggi a 'La Gazzetta dello Sport': a due giorni dal match contro il suo passato (lunedì la sfida al Palermo, ndr), il Gallo racconta alcuni sprazzi della sua carriera, non risparmiando curiosità e retroscena. "Mi piace fare fatica, che non significa solo correre: anche sentirmi dire – negli Allievi dell’AlbinoLeffe – 'Resti e giochi poco o vai via?' e decidere di restare e poi giocare abbastanza. Anche rinunciare alla A, Samp e Verona, preferendo il rischio di giocarmela in B partendo dalla panchina al rischio di finire in Primavera - rivela -. Mi aiutò a scegliere il mio procuratore, Sergio Lancini, e ancora lo ringrazio: non tutti i procuratori, oggi, danno questo consiglio". L'elenco delle 'rinunce' non è comunque finito qui. "Rinunciai anche a 400 mila euro di ingaggio: il Palermo non poteva spendere troppo per uno di Lega Pro. Stavo scommettendo su me stesso e dando al denaro il valore che per me ha sempre avuto: prima il mio bene, poi i soldi. Ma per qualcosa di buono i soldi si usano: i miei spendevano 700 euro di retta per farmi giocare con l’AlbinoLeffe. Non mi sento tirchio né spendaccione, ma - precisa - risparmio perché un giorno avrò una famiglia da mantenere. Non tutti i calciatori ragionano così? Non so, ma so che ci tengo a farmi conoscere più come persona che come calciatore. E che si voglia bene alla persona, non al calciatore".
BUFFON E RECORD -"Il gol a Buffon nella scorsa stagione? No, Gigi non mi cazziò: ci abbiamo scherzato dopo, in Nazionale. Però di quel giorno ricordo tutto: il fallo da rigore su Peres, il rigorista Immobile già uscito, Maxi Lopez che mi fa 'Te la senti?'. Me la sentivo sì: non ho pensato né che avevo di fronte Buffon, né che potevo spezzargli il record. Gigi era un portiere come un altro: un 'nemico', in quanto principale ostacolo fra me e il gol, che quando gioco è la mia vita. Ma un nemico merita anche complimenti, come Szczesny tre settimane fa: spero che un giorno un portiere farà altrettanto con me, vorrà dire che ho fatto un gran gol. E soprattutto che in campo può esistere anche il rispetto".
RIGORI -"Io i rigori li ho sempre segnati, ne ho sbagliato uno a Palermo e due quest’anno, ma so perché: a San Siro ho rallentato male la rincorsa e poi non ho guardato Donnarumma, con il Bologna mi sono fatto condizionare da quell’errore. Però che ho chiuso con i rigori a me Mihajlovic non l’ha mai detto: in allenamento li provo. Se preferirà lasciarmi tranquillo rispetterò la sua scelta, altrimenti mi candido: sono pronto e ho di nuovo la testa libera. Anzi, potevo già tirarlo contro la Roma ma avevo sentito un mezzo crampo al polpaccio. E poi contro la sua ex squadra era giusto lasciarlo a Iago Falque"
MODELLI -"Il primo modello... Facile: Sheva. Stregato da una partita a San Siro con Manuel, per me era una specie di santo: poteva esserci in campo Maradona, io vedevo solo Shevchenko. Di lui avrei voluto tutto, di tutti gli altri attaccanti che ho “studiato” una qualità a testa: la freddezza sotto porta di Mario Gomez, la facilità di smarcarsi di Torres, lo strapotere fisico di Drogba. Oggi provo a rubare qualche segreto ad Aguero: movimenti, senso della posizione, come sente la porta e arriva sulla palla prima degli altri. Fa gol sempre e in tutti i modi ed è pure un leader, di quelli che piacciono a me. Lo sentite parlare spesso? Quasi mai: però parla in campo".
VENTURA -"Non è facile chiarire cosa mi ha insegnato Ventura, ma ci provo: mi ha fatto 'stare in campo', spiegandomi quanti modi di vedere una partita ci sono e quante scelte posso fare di volta in volta. Mi piacciono gli allenatori che spronano, come è anche Mihajlovic: lo ascolto parlare prima di una partita e sento che mi sale da dentro qualcosa. Mi va bene pure quando mi massacra: anche massacrare è caricare, io non mi offendo'".
MATRIMONIO A... PALERMO -"L’8 giugno 2017. Gliel’ho chiesto in ginocchio, mi ero inventato un allenamento per andare a Milano a ritirare l’anello che poi ho messo sul naso di Angi, il nostro cane: era così emozionata che non mi ha neanche risposto sì. Ci sposiamo a Palermo perché è la sua città e abbiamo scelto l’8 perché era il suo numero e adesso è il nostro: ci siamo conosciuti l’8 ottobre, fidanzati il 28 dicembre, prima vera cena romantica l’8 gennaio. Lei mi ha chiesto 'Prendilo anche come numero di maglia', ma il 9 è troppo mio per cambiarlo. Se Giorgia mi chiedesse di cambiare di nuovo vita e ricominciare a fare tv? Ha 23 anni e ci sta che abbia voglia di tornare a lavorare, anche perché per stare con me rinunciò a inseguire il sogno di una carriera alla Ilaria D’Amico, che era il suo modello. Una bella responsabilità, ma io sono felice che abbia smesso: così ha più tempo per me".
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