Coronavirus, calcio e Serie C.
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Serie C, Ghirelli: “Sospensione inevitabile, protocollo valido solo per la A. Promozioni e retrocessioni? Esistono due criteri”
Le dichiarazioni del presidente della Lega di Serie C Francesco Ghirelli in merito alla ripartenza del campionato a fronte dell'emergenza Coronavirus
L’epidemia legata al COVID-19 si è progressivamente estesa in tutta Europa, delineando un quadro sanitario estremante complesso in Italia, con un numero ingente di contagiati ed un computo drammatico in termini di soggetti deceduti. Con la “fase 2”, formalmente iniziata il 4 maggio, il Paese ha avviato una graduale ripresa di diversi settori dell’economia. Sul fronte sportivo, infatti, sono ricominciati gli allenamenti, prima in forma individuale e da lunedì di squadra. Nessuna notizia ufficiale, tuttavia, in merito ad una eventuale ripresa delle competizioni, soprattutto per quanto riguarda le categorie minori.
Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, ha analizzato la complessa questione: "Siamo per il rispetto delle regole, sapendo che il dominus della situazione è la Federcalcio. Abbiamo rispetto per tutti e ci aspettiamo che lo stesso rispetto ci sia nei nostri confronti. Il punto per noi è irrinunciabile è che il campionato non può andare avanti. Abbiamo fatto il punto della situazione con 60 medici e ci hanno detto che non ci sono le condizioni per la sicurezza sanitaria a causa di più criticità. Protocollo? Al momento attuale vale solo per la Serie A, per B e C bisogna aspettare. Noi aspettiamo ancora 5 milioni dalla Serie A derivanti dalla quota Melandri dei diritti tv, se non gioca si aprono scenari diversi".
A proposito, invece di promozioni e retrocessioni: "Al termine dell'assemblea ero emozionato perché c'era stata grande capacità di discussione e di ascolto delle diverse situazioni, non c'è una soluzione che può trovare un accordo totale se non si gioca. Il criterio della media punti che abbiamo utilizzato è stato sperimentato anche in passato, non ho pensato di provarne altri, perché a nessuno avrei tolto il dubbio che a classifica presente un criterio avrebbe favorito una squadra o un'altra. È il punto più critico che abbiamo. Per procedere abbiamo due criteri, ancorarci alle norme federali o scegliere soluzioni che creassero meno problemi possibili. Non so se abbiamo sbagliato o meno, ritengo di no, ma abbiamo scelto il combinato disposto di blocco delle retrocessioni e promozione di nove squadre dalla Serie D, bloccando i ripescaggi dai dilettanti".
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