Il ritorno a Parma? Tornare qui è tornare dove ho iniziato il mio percorso calcistico, da bambino. Nella vita di una persona cambiano tante cose, ora mi ritrovo qui a 30 anni, in un momento importante della mia carriera. Parma non è un Club qualunque, lo dice la storia del Club. Ho incontrato persone come Manzani (Giovanni, segretario sportivo del Settore Giovanile, ndr), è stato bello rivederlo. Sono veramente felice, perché per me esser qui è importante. E ho fatto questa scelta per questo motivo. Il gruppo? Molto affiatato, bravi, mi hanno accolto bene dal primo all’ultimo. E come qualità ci sono giocatori di grande qualità, ma bisogna lavorare e non accontentarsi, partita dopo partita. Non possiamo pensare di fare tutte le partite al 101%, anche io sono arrivato da poco e sono un po’ indietro di condizione. Allenandomi da solo non è facile, sto cominciando a mettere benzina. E questa settimana della sosta sicuramente sarà importante per me per capire a conoscere i compagni, prendere un po’ di forma fisica, perché naturalmente sono un po’ più indietro. Il numero di maglia? Ho sempre avuto il 17, ma era occupato. Per gusto mio personale il numero più vicino era il 77 e ho deciso di prenderlo. Non sono scaramantico“.
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