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Serie A, Ventura rivela: “Ho rifiutato un’offerta, ma ho tanta voglia di allenare. Anche in B…”

Serie A, Ventura rivela: “Ho rifiutato un’offerta, ma ho tanta voglia di allenare. Anche in B…”

Le parole di Gian Piero Ventura, ancora senza una squadra da allenare a quasi un anno dalla fine dell'avventura come c.t. dell'Italia

Mediagol22

Gian Piero Ventura non ha ancora trovato una panchina che lo accolga dopo la fine dell'avventura come c.t. dell'Italia.

Il tecnico ligure, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport sulle frequenze di Radio 1, ha manifestato la sua voglia di tornare ad allenare:

"E' stata un'estate lunga, la più lunga. Dopo tanti anni ho avuto modo di rigenerarmi e di ritrovare quell’adrenalina per ricominciare. Spero di farlo a breve. Ho tanta voglia di allenare. Ho smaltito la delusione con l’Italia, ho dovuto chiudere quel capitolo davvero duro. Tavecchio? Non l'ho più sentito. Ho ricevuto un’offerta da una squadra di Serie A, ma non c’era condivisione di idee. Ho tanta voglia di ricominciare. Una voglia feroce. Se accetterei anche la Serie B? Assolutamente sì. Se ci fosse la possibilità di fare calcio non ne farei una questione di serie".

L'ex c.t. della Nazionale Italiana, inoltre, ha parlato di alcune delle squadre che in questa stagione lotteranno per un posto ai vertici della classifica di Serie A:

"Difficile da dire ora, siamo solo all’inizio. La Juventus, anche grazie a Ronaldo, ha il diritto e il dovere di essere la super favorita. Napoli? E’ vero che ha preso Ancelotti e ha ritrovato Milik, ma ha perso Jorginho. Ha bisogno di tempo. Roma e Inter, partenza difficile. Le inseguitrici hanno deluso. Torino? Mi sento spesso con Cairo. Abbiamo fatto grandi risultati anche sotto il profilo delle plusvalenze. Insieme al Sassuolo, il Torino può essere la sorpresa".

Infine, l'allenatore si è espresso sulla crescita dei giovani all'interno del campionato italiano:

"Devono fare esperienza, non importa dove la facciano. Non è detto che all’estero trovino spazio. Anche a Immobile capitò la stessa cosa. Al Borussia Dortmund e in Spagna non giocò molto. E’ tornato in Italia e ha fatto grandi cose. In Italia non c’è tempo di veder maturare i giovani. Servono i risultati e non sempre gli allenatori possono farli giocare. Nelle scuole calcio l’aspetto tecnico è diventato secondario. Ora si preferisce l’aspetto tattico ai fondamentali e alla tecnica".

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